Un Tevere così… chi l’ha mai visto?

Quattro passi sulla riva del Tevere. “Seeh”, commenterà qualcuno, “in mezzo alla monnezza (come si dice a Roma, ndr), ai topi enormi e alle siringhe, proprio no”. E invece proprio sì, si può passeggiare vicino vicino al biondo fiume, osservando porzioni di città da una prospettiva nuova e assolutamente affascinante. TevereAl Parco di Tevere Magliana, ad esempio, quartiere romano non certo tra i più rinomati per la sua vivibilità (l’ingresso è tra via Lungotevere della Magliana e via Foiano della Chiana). Certo, arrivarci non è proprio semplicissimo, le strade sono strette, il posteggio per l’auto (se non si sceglie il bus-che-non-passa-mai) assai difficile. Ma quando ci si riesce, che meraviglia. Intanto ci si arriva con una bella scalinata dal piano strada per superare il vecchio argine. Già perché Magliana è più bassa dell’area golenale sbocco di un’idrovora per evitarne l’allagamento. Superati gli scalini, si oltrepassa la pista ciclo-pedonale (realizzata con asfalto ottenuto da pneumatici riciclabili) e si è accolti da aiuole strabordanti di piante, come la salvia russa, in questo periodo fioritissima nel suo color lilla. Quindi altri gradini per scendere giù, ma anche parte di un auditorium/teatro luogo ideale per spettacoli in uno scenario senza uguali: si va verso l’idrovora di cui si diceva prima, mascherata da un sistema di vasche di fitodepurazione che presentano pure una fontana (l’acqua è potabile) e gruppetti di piante come ninfee, fior di loto e pontederie che in questa stagione si fanno assai apprezzare per le loro spighe ancora fiorite di blu-violetto. Che bell’insieme tra le loro foglie oblunghe che schizzano fuori dall’acqua e quelle delle ninfee che praticamente vi si sono adagiate sopra. Nel progetto dell’architetto Maria Cristina Tullio l’obiettivo è stato quello di recuperare con equilibrio la fragile natura di questa zona ripariale, non rinunciando alla sua biodiversità in continua evoluzione. Tra i vegetali, la Phragmites australis, quella che noi inesperti chiamiamo canna di palude, confondendo i vari tipi, e poi pioppi, gelsi e pure qualche ailanto, terribile perché difficile da sradicare e in grado di accaparrarsi gli spazi degli altri alberi. Ma qui sono tenuti sotto controllo, creando ad esempio un bordo a ridosso della pista ciclabile.

Tevere
papa Francesco con i tappi di plastica e materiale di riciclo. Dietro, il Colosseo Quadrato dell’Eur

Ci sono poi i platani che incoronano il placido andare del Tevere che in questo punto esalta la sua bellezza con una fascinosa ansa, e qualche eucalipto, come quello nella zona dedicata ai cani. Qualcuno ha fatto volare sopra i rami di questi giganteschi amici verdi scarpe di vario tipo che penzolano simpaticamente ondeggiando con il vento. Non mancano, vicino alla zona attrezzata per giochi e soste, a ridosso del teatro (dove magari se si è fortunati si può assaporare un concerto della band Romarabeat, sonorità magrebine rom davvero super) alcune sculture, come quella dell’artista cinese Dangyong Liu: il volto di Papa Francesco disegnato con i tappi di plastica delle bottiglie e materiale di riciclo. In questo momento qualche teppista l’ha messa un po’ fuorigioco, ma presto sarà restaurata. L’area la conoscono anche quelli di fuori Magliana grazie alle iniziative di Regina Aquarum, il progetto triennale ideato dall’Associazione Tevereterno (che punta a valorizzare il fiume della città eterna), all’interno degli eventi di Romarama 2020.