Giardini e ambienti mediterranei diventano occasione di confronto per esplorare un tema di grande attualità: i giardini produttivi, di cui si trovano le prime tracce nella descrizione di Omero del giardino della reggia di Alcinoo, uno spazio racchiuso dove crescevano peri, melograni, meli, fichi dolcissimi e rigogliosi ulivi. Un giardino che anche oggi sappia coniugare l’utilità di uno spazio naturale, che produca frutti, fiori, biodiversità, odori, emozioni, ossigeno, a relax, divertimento, energia rigenerante. Da vedere: due giardini site-specific superiori ai 300 metri quadrati ciascuno, Home Ground e Layers dei paesaggistici, Antonio Perazzi e Andy Sturgeon. Poi ci sono altri dieci giardini, di dimensioni più piccole, di circa 50 metri quadrati ciascuno, ad opera di giovani paesaggisti selezionati tramite un bando internazionale stimolando il dibattito su design del paesaggio e sostenibilità. Il parco, oltre agli interventi dedicati al tema dell’anno, ospiterà ancora i giardini dall’edizione 2017 – realizzati da James Basson e Michel Péna – le installazioni progettate da François Abélanet, Giò Forma e Studio Coloco – insieme alle opere frutto delle residenze d’artista di Emilio Isgrò e Alfio Bonanno. Dal 28 aprile alle ore 10 partiranno le visite guidate ai giardini.
Anche in agosto ci sono eventi, come la rassegna Garden in movies & short film fest, festival cinematografico dedicato ad esplorare i temi della biennale attraverso il cinema. Tutte le domeniche saranno ospitate delle conversazioni su botanica, orto in casa, agrumi e aromi. In collaborazione con la Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Catania sarà attivata una summer school con relatori internazionali. In foto, il progetto Il Giardino della Signora di Guillaume Servel.