Perché alcuni fiori sono petalosi? Ce lo dicono gli scienziati

Perché diversi fiori, rose, garofani, petunie sono petalosi? Lo spiega la scienza che è riuscita a capire la loro straordinaria “petalosità”: sembra che tutto sia dovuto a un gene troppo attivo, che ci mostra (ma noi siamo contenti) diversi esemplari floreali ricchissimi di petali, appunto, da risultare ancora più appetibili della semplice normalità. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell’Università Statale di Milano, dell’Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibba) e del Parco tecnologico padano di Lodi (PTP Science Park). I loro riferimenti petalosi sono di così interesse che la ricerca è stata pubblicata sulla rivista “Journal of Experimental Botany”. Qui insomma,  si può leggere in dettaglio la rivelazione sul perché certi fiori diventano petalosi: sono (piccole-meravigliose) mutazioni genetiche naturali molto simili tra loro. Perché certi fiori sono petalosiLa scoperta è tutta made in Italy e il gruppo degli scienziati è stato coordinato da Laura Rossini, docente di Genetica agraria al dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’ateneo milanese. Come si è arrivati a stabilire che i fiori sono così petalosi? C’è stato un mix di operazioni. Oltre che in laboratorio, infatti, parte delle analisi sono state effettuate anche al computer, grazie a database online contenenti l’intera sequenza genomica del DNA di diverse piante. Per quanto riguarda il garofano, ad esempio, raccontano i ricercatori, in rete è disponibile l’informazione genetica della celebre varietà “Francesco”, creata nella seconda metà del secolo scorso dal rinomato ibridatore italiano Giacomo Nobbio. Gli scienziati sono così riusciti a dimostrare che particolari mutazioni in un gene chiave dello sviluppo del fiore, ne alterano la regolazione. Il risultato? È come se tale gene lavorasse di più e più a lungo così da creare un’abbondanza di petali rispetto ai cinque che sarebbero la normalità nel garofano. E questo meccanismo succede pure nelle altre specie prese in esame. Una ottima informazione, questa, per il fiorente mercato del florovivaismo, un settore effervescente e sempre alla ricerca di nuovi prodotti da proporre a livello mondiale. Del resto, proprio i “fiori doppi”, arricchiti da un maggior numero di petali, sono spesso preferiti dai consumatori, aumentando il valore commerciale di molte varietà. Oltre che sul garofano, le mutazioni genetiche responsabili dei fiori petalosi, sono state riscontrare sulla rosa rugosa e sulle petunie: queste ultime, già doppie per se stesse, hanno “costretto” gli scienziati a coniare il termine “petalosa” per la famiglia genica individuata. Un ulteriore elemento importante è che la petalosità si è trasmessa in specie diverse, nonostante un loro antenato comune risalga al Cretaceo, il periodo geologico dominato dai dinosauri, “il che non è scontato”, spiega uno degli autori, Stefano Gattolin.  L’immagine del ricercatore del Cnr-Ibba mostra come nel DNA, rappresentato dalla sequenza delle quattro basi azotate A, T, G e C, sia stata individuata una sequenza chiave (in rosso) che se mutata porta appunto alla moltiplicazione dei petali in petunia, rosa, e garofano.