Indagine medica tra le tele dell’arte

teleEcco una vera indagine medica che prende spunto dalle tele dell’arte. La racconta nel suo “Nascoste nella tela” (Mondadori) Paolo Zamboni, medico, ricercatore e docente presso l’Università di Ferrara (tra l’altro è uno degli esperti al top circa la sclerosi multipla). Ovviamente, di arte è un grosso appassionato. Ma il suo sguardo sulle tele va oltre: un vero e proprio approccio da medico che cerca i segni di una potenziale malattia. Il suo occhio dunque si sofferma sulle tele dei maggiori pittori di ogni epoca che, forse inconsapevolmente, hanno fermato per sempre con le loro pennellate i segni clinici delle malattie raffigurate.

Scrive Zamboni: “Guardare un malato con occhio medico si chiama ispezione, ed è l’unica tecnica che possiamo applicare a un dipinto, non potendo noi auscultarlo con un fonendoscopio o visitarlo in qualunque altro modo”. Un’ispezione condotta tra le tele con grande attenzione. Così a un certo punto il medico appassionato sottolinea : “È curioso rendersi conto che la scienza medica ha scoperto malattie molti secoli dopo che erano state raffigurate in un quadro”. Insomma, questo libro, 180 pagine illustrate, coinvolge “in un appassionante processo indiziario alla scoperta delle insospettabili malattie celate in meravigliosi, e spesso celebrati, dipinti”.

Da dire che anche per noi non esperti, il Bacchino malato di Caravaggio, ci fa venire in mente che quell’aspetto non presagiva nulla di buono, per il soggetto: infatti, sottolinea Zamboni, soffriva del morbo di Addison, una malattia che sarebbe stata descritta solo più di due secoli dopo. Non sfuggirà nemmeno il naso mostruoso dell’anziano nel Ritratto di vecchio con nipote, di Domenico Ghirlandaio, cui lo scrittore-medico dà un nome preciso, rinofima, che colpisce gli uomini di mezza età. Altra patologia ce la fa notare nella Gioconda di Leonardo: chi di noi, alzi la mano, ha notato una “evidente rilevatura sul margine superiore della mano destra di Monna Lisa”, tra pollice e indice? Si tratterebbe di una cisti tendinea, magari dovuta al fatto che la protagonista dall’enigmatico sorriso passava tanto tempo a ricamare… E poi, è evidente come  il sommo Michelangelo avesse le vene varicose: nella parete La scuola di Atene decorata da Raffaello, c’è un filosofo seduto allo scrittoio, Eraclito. Raffaello gli diede proprio le sembianze di Michelangelo, con vistose varici che solcano il ginocchio destro e si intravedono (questo lo individua lui) anche nel sinistro. Del resto, il maestro soffriva di insufficienza venosa cronica… Una piccola panoramica di quanto si può scoprire leggendo questo libro che dà un sacco di indicazioni sulle malattie nascoste tra le tele.