Sette piante da salvare

sette - Iris marsica
Il giaggiolo della Marsica, Iris marsica

Sette: ecco le piante a rischio estinzione che crescono spontanee nell’Appennino centrale. Per questo è stato messo a punto il Progetto Life Floranet che, iniziato nel luglio 2016, è terminato lo scorso dicembre, focalizzando l’attenzione soprattutto alla regione Abruzzo. In particolare sono state prese in considerazione alcune zone relative al Parco Nazionale della Maiella, al Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e al Parco Regionale del Sirente Velino. È questo il territorio ideale per le  sette specie vegetali rare di interesse comunitario, tra cui alcune endemiche, la cui sopravvivenza è diventata via via a rischio soprattutto per cause di natura turistica. Le sette piante attenzionate sono: Giaggiolo della Marsica (Iris marsica), Scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus), Androsace di Matilde (Androsace mathildae), Astragalo aquilano (Astragalus aquilanus), Serratula a foglie seghettate (Klasea lycopifolia), Adonide ricurva (Adonis distorta), Senecio dell’isola di Gotland (Jacobaea vulgaris subsp. gotlandica).

Fragilità e bellezza moltiplicata per sette

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Adonide ricurva, Adonis distorta

Fiori fragili e bellissimi, di cui si è fatto carico il progetto Floranet, cofinanziato dall’Unione Europea con € 1.038.739, nell’ambito del Programma per l’ambiente e l’azione per il clima (LIFE). Per preservare e incrementare le popolazioni esistenti, è stata condotta un’intensa attività di ricerca, catalogazione, conservazione e propagazione delle specie target (spesso con attività di impollinazione a mano).

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Scarpetta di Venere, Cypripedium calceolus

Ma per salvare le magnifiche sette, c’è stata pure un’azione di informazione e sensibilizzazione mirata a ridurre l’impatto di alcune pratiche che ne minacciano la presenza. Si tratta in particolare di turisti che non riescono a capire le potenzialità di questo patrimonio botanico, distruggendolo con eccessivo calpestio a piedi ma anche con un uso intensissimo di cavalli, mezzi motorizzati, nonché parcheggi indiscriminati nei pianori erbosi. Per tacere del danneggiamento dei fiori raccolti in modo indiscriminato o lo sfalcio dei prati e del pascolo di bovini ed equini. Pure incendi e siccità hanno contribuito alla sofferenza di queste piante. Tra i risultati, anche la creazione del Geodatabase floristico di Floranet LIFE, curato dall’Università di Camerino.