Il mondo insolito delle galle di quercia (e non solo)

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Un piccolo grande mondo insolito che non sfugge agli occhi dei più curiosi: le galle di quercia, decisamente più evidenti su questa pianta, ma presenti con forme comunque particolari su altri vegetali. Ma cosa sono le galle che alcuni appassionati collezionano dedicandoci tempo e passione? Del resto, il loro piccolo mondo insolito è affascinante anche se non è segreto. Ce lo dice la scienza, per la quale la galla, una specie di “casetta” dalle forme curiose che si affaccia su rami, foglie, ghiande, si sviluppa a partire da un insetto, in genere una vespetta. Che cosa fa questo animaletto, tecnicamente parlando detto cecidio o agente galligeno, di cui nel mondo se ne conoscono oltre 12mila varietà? Prima di tutto sceglie il supporto di partenza, ovvero la specie botanica di riferimento, quella che preferisce, insomma. Una volta individuata la “superficie” ideale, ci deposita un uovo, in una delle zone prescelte, come si diceva, rami, ghiande, foglie, radici, tronchi. L’operazione non crea problemi alla pianta (almeno così sembra) che però sviluppa questa “dimora” dalle varie fattezze in grado di ospitare l’uovo e la conseguente larva, proteggendola e cibandola, prendendo il nutrimento dal vegetale colonizzato. A un certo punto, alla giusta maturazione, l’ex larva diventata ormai insetto adulto, fora una delle superfici della casetta che l’ha protetta, volando via verso altre avventure. La galla/abitazione abbandonata rimarrà sull’albero, seccandosi con il tempo e cadendo. Ecco cosa succede nel mondo insolito delle galle. A fine estate, può accadere così di vedere sotto il fogliame, magari di una roverella abbastanza giovane, attorno ai 10 anni di età, una vera e propria generosa spruzzata di galle rinsecchite pronte ad arricchire il terreno tutto intorno. È il caso delle Andricus dentimitratus, indotte sulle ghiande di quercia da un imenottero, Andricus dentimitratus Rejto (Hymenoptera, Cynipidae). Il mondo di questa galla inizia con tante ramificazioni verdeggianti, attorno alla tarda primavera-estate: con il tempo alcune si appiattiranno, assomigliando a un curioso fungo. Tutte però, nel momento in cui acquisiranno una tonalità ruggine, saranno appiccicose.

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Ultime note: le galle sono sempre state attenzionate dagli studiosi, fin dall’antichità, tanto da essere usate come medicinali assieme a erbe varie, per tingere tessuti o produrre inchiostri. Ma il loro mondo bizzarro, costituito da tessuto vegetale originato però da un animale, è in realtà a metà tra botanica e zoologia, costituendo un vero e proprio unicum. Tanto che il medico Marcello Malpighi, nel 1600, è considerato (tra l’altro) non solo il padre dell’osservazione scientifica attraverso il microscopio, ma anche della cecidologia (appunto la scienza che studia i cecidi), dedicandole  tutto un capitolo, “De Gallis” all’interno del suo trattato “Anatome Plantarum”. Esattamente era il 1679.