Una carta d’identità per la Noce del Bleggio, da valorizzare e promuovere

BleggioNoce del Bleggio, in Trentino, un frutto squisito da valorizzare. Un passo notevole in tal senso è la realizzazione di una sua vera e propria carta di identità che ne identifica i caratteri distintivi, gli aspetti nutrizionali e salutistici. Una attestazione di unicità, insomma, grazie a NoBle, lavoro di ricerca realizzato dalla Fondazione Edmund Mach (FEM) e finanziato dalla Fondazione Caritro, con la collaborazione della Confraternita del noce del Bleggio. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Plants in cui si parla del progetto Noble che si è concentrato sulle varietà di noce Bleggiana e Blegette, tipiche appunto dell’altopiano del Bleggio. L’approccio dei ricercatori del FEM è stato multidisciplinare poiché sono state combinate analisi di tipo genetico, metabolico, dei composti volatili ed un test di gradimento. Uno degli obiettivi è stato infatti anche capire come questa cultivar di noce possano fare apprezzare il loro profilo salutistico e di gusto ai consumatori. BleggioLa ricerca ha poi una ulteriore valenza, poiché per la prima volta è stato messo a punto un lavoro applicato a varietà tradizionali di frutta a guscio, proprio per definire e appunto promuovere il loro valore aggiunto rispetto ad altre varietà più commerciali, un prodotto insomma riconoscibile come locale e di alta qualità. Per gli scienziati, il clima e le caratteristiche ambientali della penisola italiana rendono particolarmente adatta la coltivazione del noce, che nel tempo è andata progressivamente scomparendo. Non lo sanno in molti, ma le noci che arrivano nei negozi sono basate soprattutto su coltivazioni intensive e specializzate localizzate prevalentemente in Cina, USA e Iran. Per cui, dagli anni Settanta la domanda di questo prodotto si è spostata all’estero, tanto che l’Italia rientra tra i primi cinque stati importatori di noci nel mondo e nel nostro Paese sono poche le varietà locali ancora coltivate.

Eppure la noce, dai pregi alimentari notevoli, così da essere consigliata in una dieta equilibrata, anche grazie al suo potenziale antiossidante, e soprattutto la noce “locale”, rappresenta uno scrigno di diversità genetica “con allettanti caratteristiche di adattabilità a fattori di stress biotico ed abiotico ad esempio climi secchi, nuove malattie, parassiti o scarsità d’acqua”, rimarcano gli studiosi.