I libri come ciliegie, uno tira l’altro: ritrovare l’Italia

I libri della collana “Ritrovare l’Italia” de Il Mulino sono proprio come le ciliegie, uno tira l’altra. Una serie di pubblicazioni snelle e facilmente consultabili che non smettono mai di sorprendere. Fanno capire ancora una volta come il nostro paese sia un mosaico di bellezze non solo paesaggistiche. Prendiamo ad esempio uno degli ultimi volumi, “Andare per fortezze e cittadelle”, di Paola Bianchi, che insegna storia medievale all’università della Valle d’Aosta. Ritrovare l'ItalaGià risulta ghiotto semplicemente uno sguardo all’indice: incuriosisce molto come l’Italia sia un territorio densamente fortificato in tutte le sue regioni, con strutture difensive che si chiamano forte, fortezza, casamatta, rocca, bastione, cittadella… Una delle opere più incredibili  è sicuramente Fenestrelle, ad appena 90 km di distanza da Torino, un vero e proprio “gigante armato” con una superficie di 1.350mila mq su un dislivello di 650 metri, costruita adattandosi alla morfologia montana, con tre complessi fortificati, uniti da un tunnel al cui interno corre la scala coperta più lunga d’Europa, con ben 4mila gradini. A dirla con le parole di Edmondo De Amicis, il noto inventore del libro “Cuore”, si tratta di “una gradinata titanica, come una cascata enorme di muraglia a scaglioni, […] un’immane reggia babilonese”. I lavori cominciano nel 1728 e vanno avanti fino alle soglie della Rivoluzione francese. Una fortezza dall’indiscusso valore deterrente, in pratica mai assalita. Nel 1945 la dismissione e poi in anni recenti il recupero di questa che è una delle testimonianze maggiori di architettura militare in Italia. Poi c’è il Castel dell’Ovo a Napoli, luogo di miti a cominciare da questo famoso uovo che, conservato nelle sue mura, sarebbe stato collocato lì dal celebre Virgilio. Non manca la narrazione del bunker del Monte Soratte a 300 metri sotto il livello del mare: 40 km da Roma realizzato negli anni ’30 del ‘900 per difendere le più alte cariche del governo. Una delle sue sale gallerie è stata trasformata in una stazione sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Un altro libro particolarmente interessante della collana Ritrovare l’Italia è scritto da Paola Frale, storica del Medioevo e Ufficiale dell’Archivio Segreto Vaticano: “Andare per la Roma dei Templari” che narra di quando nel 1128 arriva a Roma Hugues de Payns, il primo maestro del famoso ordine di monaci guerrieri. La scrittrice ricorda i testi di cronisti dell’epoca in cui descrivono la capitale spopolata, impoverita, fatiscenze. Un itinerario che accompagna il viaggiatore sulle tracce Templari che si possono trovare in diversi luoghi, da San Giovanni a Santa Maria in Aventino, ora Santa Maria del Priorato. Altro testo irrinunciabile di Ritrovare l’Italia è “Andare per monasteri” della storica Lucetta Scaraffia. Qui si parla dell’’abbazia di Novalesa e di Praglia, di Santa Maria di Rosano, dell’eremo di Camaldoli e La Verna, tra le rocce lavorate del vento. Non manca il riferimento alla Certosa di Serra San Bruno tra i boschi, i monasteri di Subiaco dedicati ai due gemelli San Benedetto e Santa Scolastica senza scordare il monastero di San Matteo a San Marco in Lamis. Perché andare per monasteri? La scrittrice ci parla di un territorio punteggiato letteralmente da queste strutture, da tanti conventi costruiti nei posti più impervi e nascosti e per questo in paesaggi davvero meravigliosi, testimonianza di un tentativo di quegli uomini e di quelle donne di scegliere luoghi che li mettessero il più possibile vicino a Dio. Scaraffia propone un itinerario tra monasteri non abbandonati ma dove lo spirito monastico è ancora vivo o reinventato.Libri come ciliegie, uno tira l’altro: ritrovare l’Italia Claudio Azzara, che insegna storia all’università di Salerno,  nel suo “Andare per l’Italia longobarda” ci fa ritrovare questa popolazione che così tanto ha dato nel nostro paese ma che forse è un po’ velata. Chi erano queste genti, provenienti dalla Pannonia, l’odierna Ungheria? Le loro testimonianze si disegnano a Cividale del Friuli, ma  la loro presenza si è incuneata in un’ampia zona nel sud d’Italia. È la Longobardia meridionale con al centro Benevento ma anche Salerno e Capua. E non dimentichiamo che quando i Longobardi si convertirono al cattolicesimo diedero alla storia uno dei santi maggiormente omaggiati da sempre l’Arcangelo Michele considerato proprio il santo dei Longobardi per eccellenza tanto che in suo onore venne costruito il santuario che sorge sul Monte Gargano in Puglia. E fu con la conquista il potere del duca di Benevento Grimoaldo che il culto micaelico si estese anche al nord superando la sua dimensione locale. Tra gli altri libri di questa collana Riscoprire L’Italia non si può non citare “Andare per le città sepolte” di Michele Stefanile, archeologo subacqueo all’università di Napoli L’Orientale: non solo Pompei, Ercolano o Stabia, ma tanti siti disseminati in un’Italia terra di vulcani e terremoti, travolti dai secoli e abbandonati per varie ragioni. Ci sono Norba, Mozia e Baia, vicino a Pozzuoli, una vecchia città termale che è ancora sotto il mare a una profondità di anche 12 metri e che si può vedere sia immergendosi nelle acque sia attraverso il fondo trasparente di apposite imbarcazioni per ammirare almeno un po’ questa Pompei subacquea.