Le scoperte? Non finiscono mai! Ecco la lucertola di Lataste

La lucertola di Lataste: chi è costei? Il suo nome scientifico è Podarcis latastei e da 2 milioni di anni almeno vive indisturbata nell’arcipelago pontino, con una presenza circoscritta esattamente nelle isole di Ponza, Gavi, Palmarola e Zannone. Una lucertola dunque dalla grande valenza dal punto di vista conservazionistico. Chi l’ha scovata nel suo territorio? Un nutrito team di ricerca guidato dal Dipartimento di Biologia e biotecnologie della Sapienza di Roma, in collaborazione con i ricercatori del Museo “La Specola” di Firenze, dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Cnr, Consiglio nazionale delle ricerche, del Museo Alexander Koenig di Bonn e dall’Università di Potsdam.

Lucertola di Lataste

Quali sono le caratteristiche della lucertola di Lataste? Una notevole variabilità cromatica, tanto per cominciare: tra gli esemplari individuati la colorazione può essere reticolata, uniforme e/o con diverse tonalità di grigio, verde, bruno. Poi questo rettile mostra forma delle squame della testa leggermente diversa dalla specie peninsulare. E come si è arrivati esattamente alla sua scoperta? Grazie a una serie di ricerche pubblicate recentemente su tre diverse riviste scientifiche che dimostrano come queste popolazioni, fino a ora ritenute appartenere alla lucertola campestre (Podarcis siculus), un comune abitante della penisola italiana, siano geneticamente e morfologicamente così divergenti da meritare una distinzione a livello di specie. Lo spiega Riccardo Castiglia, il ricercatore del Dipartimento di Biologia e biotecnologie che ha coordinato il progetto: “Le analisi filogenetiche, basate sul DNA mitocondriale e nucleare, mostrano infatti come le popolazioni attuali delle Isole Pontine occidentali siano frutto di una colonizzazione molto antica, di almeno due milioni di anni fa. Da quel momento in poi le popolazioni sono rimaste isolate ed è stupefacente come siano sopravvissute nonostante le notevoli fluttuazioni del livello del mare, avvenute durante tutto il Pleistocene”. Anche se la presenza di questa lucertola è al momento abbondante, bisogna tutelarla con forza poiché fa parte di quelle popolazioni insulari molto soggette agli effetti di disturbo antropico, cioè noi. Così da impedire che subisca lo stesso destino  della lucertola campestre dell’isola di Santo Stefano, sempre qui nell’arcipelago pontino: documentata la sua esistenza a partire dalla metà del 1800, è probabilmente estinta nei primi trenta anni del XX secolo. (foto Uniroma1),