È una quercia polacca l’albero dell’anno 2022

quercia polaccaÈ una quercia polacca l’albero dell’anno 2022, giunta ai vertici del concorso europeo Tree of the year, competizione nata nel 2011 in Repubblica Ceca e voluta dalla Czech Environmental Partnership Foundation. La votazione via internet dell’Albero Europeo dell’anno è organizzata ogni anno a febbraio dall’Associazione Environmental Partnership Association (EPA), della quale fa parte anche la fondazione Partnerství.

Al premio partecipano tanti alberi di varie nazioni, proposti per via della loro storia e della loro possenza (dal 2011 il numero dei paesi partecipanti è passato da 5 a 16).

Ma chi è la vincitrice in questione? Questa quercia polacca è un farnia (Quercus robur) di 400 anni di età, che cresce nella regione di Przybudki, nella provincia di Podlaskie, ai margini della Foresta Primordiale di Białowieża, una delle foreste di pianura più conosciute, non solo in Polonia ma anche in Europa. La quercia è particolarmente rispettata e ammirata dalle popolazioni locali, così come dai turisti che visitano questa zona, chiamata la Regione Europea di Wisent. Ed è anche una incredibile ispirazione per molti artisti in ogni stagione, quando si presenta agli sguardi ricca di vegetazione o con i suoi curvi rami tra cielo e terra. I voti per la quercia sono stati 179.317, con i quali ha sbaragliato gli altri pretendenti. Tra cui un’altra farnia, arrivata al secondo posto, la quercia della foresta dei banchetti di Conxo, Santiago de Compostela, La Coruña, Spagna, di “appena” 250 anni. Si chiama così perché testimone nel 1856 del Banchetto Democratico di Conxo, un atto rivoluzionario che rivendicò gli ideali della nuova Europa, all’insegna di libertà, uguaglianza e fraternità.

Stessa età per la quercia da sughero portoghese arrivata al terzo posto: si trova nella Vale do Pereiro, nel piccolo comune di Arraiolos. E il quarto posto parla italiano, con il castagno dei Cento Cavalli a Sant’Alfio, in provincia di Catania, dall’età stimata di ben 3mila anni! Caratterizzato da tre grandi fusti che forse condividono lo stesso apparato radicale, secondo la leggenda la regina Giovanna d’Aragona si riparò con tutti i suoi cavalieri sotto le sue fronde in seguito ad un temporale. I cavalieri, ovviamente, erano cento.