La piattaforma online Top Doctors® (www.topdoctors.it), che raduna specialisti di varie discipline, in merito all’Alzheimer ha stilato alcuni consigli per facilitare l’interazione tra malati e famigliari, anche perché al momento non esiste un’efficace cura farmacologica di contrasto. Eccoli.
Creare le giuste condizioni – Ad esempio: la malattia porta alla restrizione del campo visivo attentivo, per cui, prima di avviare un dialogo con la persona malata, per non spaventarla è bene segnalare in anticipo il proprio arrivo, magari dicendo il proprio nome, facendo rumore oppure toccandolo con delicatezza. Per creare una maggiore intimità, il consiglio è porsi di fronte alla persona, all’altezza degli occhi e a poca distanza, così da favorire la lettura del labiale e della mimica facciale. Una cosa alla volta – Uno dei primi segnali della malattia è proprio la difficoltà a svolgere due attività in contemporanea, anche quelle più semplici e automatizzate. Se si vuole tentare una conversazione con la persona affetta da Alzheimer, meglio evitare i momenti in cui sta svolgendo altre azioni, anche le più semplici come mangiare o bere un bicchier d’acqua. Vale anche per l’interlocutore, se mentre parla con il malato è impegnato anche in altre attività, rischia di distrarlo.
Accettare il bisogno di distanza – Il malato di Alzheimer sente spesso il bisogno di isolarsi, rifiutando di entrare in contatto con chiunque. È essenziale rispettare questi momenti, poiché l’interazione forzata, stressante e spiacevole lo porterà a chiudersi ancora di più. Lo stesso per l’interlocutore: se si è arrabbiati o di cattivo umore, è meglio rimandare il dialogo con il malato a un altro momento, per evitare di perdere la pazienza.
Non parlare del malato come se non fosse presente – La persona infatti potrebbe infatti avere un momento di lucidità o comunque cogliere il senso del discorso, dal tono o dalle parole, sentendosi di conseguenza ferito e umiliato. In generale, è sbagliatissimo trattare il malato come se fosse un bambino.
Comunica con il cuore _ Sembra banale, ma come sempre è fondamentale metterci il cuore. Cosa significa? Prima di tutto empatia: solo immedesimandosi nella condizione del malato, è possibile capire i suoi comportamenti, sentimenti ed emozioni. Poi la capacità di trasmettere la propria serenità e il proprio affetto attraverso sorrisi, atteggiamenti e gesti: è essenziale, se interagiamo con una persona che ha perso o sta perdendo la capacità di decodificare le parole. (immagine tratta da https://social.shorthand.com)