Jove, la casa è sull’albero

Jove è il nome di un’azienda che punta molto su sistemi costruttivi in legno: la casa sull’albero è uno degli ultimi progetti e rappresenta in pieno la sua mission. Ovvero una filosofia, come dicono gli esperti di Jove, per “contribuire al miglioramento dell’architettura con l’impiego consapevole del legno, facendo risparmiare energia e risorse”.

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Che cos’è questa casa sull’albero targata Jove? Prima di tutto è un progetto che nasce dal cuore, quello di Davide Giovati, cofondatore imprenditore e ideatore proprio dell’azienda di cui sopra. Mario, un suo amico, gli racconta durante un volo fatto insieme di un sogno, quello di ritagliarsi uno studio su uno degli alberi che circondano il parco di casa, dalle parti di Parma.

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Davide Giovati rimane letteralmente affascinato dall’idea e comincia a pensarci seriamente dal punto di vista professionale, non solo per far felice l’amico. Dalla sua parte la visione tutta sostenibile che accompagnano i lavori di Jove. Ma, certo, una casa su un albero è ben altro di una abitazione costruita in modo tradizionale. Pensa e ripensa, da mente e cuore si materializza un modello pratico che gli sembra un gioco ma che porta in azienda, però. E coinvolge nell’impresa altre figure, con competenze diverse, dall’ingegnere al botanico, dai tecnici del settore nautico per i sistemi di aggancio e per le reazioni al vento ai professionisti della logistica e della movimentazione aerea.
Il risultato è una casa sull’albero appesa a tutto un impianto statico vincolato dalle strutture a telaio in legno lamellare. Queste strutture definiscono l’involucro dell’edificio e sono i cavi di acciaio a sostenere e collegare la costruzione agli alberi portanti. L’edificio di Mario è appeso a 4 pioppi disposti a forma di croce e si trova a circa dieci metri di altezza dal suolo a cui è collegato tramite una scala in legno. Lo studio, che visto da fuori sembra una strana piramide posizionata in orizzontale, ha una visione diversa rispetto alla normalità e si guarda dal basso verso l’alto, per lavorarci dentro ma soprattutto lasciar spazio alla fantasia, sulle fronde e tra le foglie, in tutta sicurezza.

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