Dicono i numeri che il proliferare di alieni vegetali o animali rappresenta la seconda minaccia per la biodiversità dopo la distruzione dell’habitat. Si parla di qualcosa come 12mila specie del genere in Europa e più di 3mila in Italia. Non sono tutte una minaccia, ma vanno controllate, tanto è vero che l’Europa si è mossa stilando un elenco di specie esotiche invasive di rilevanza unionale in applicazione del Regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo. Cioè? Quegli alieni i cui effetti negativi sono talmente rilevanti da richiedere un intervento coordinato e uniforme a livello di Unione Europea. Il regolamento parla di specie esotiche invasive, dove per esotiche si intende in realtà un perfetto sinonimo di aliene. Questo elenco è in continuo aggiornamento: a metà agosto ha fatto la sua comparsa l’ailanto, quell’albero del Paradiso che si trova ormai ovunque, in campagna e in città, pronto ad accaparrarsi piccoli e grandi territori a spese delle piante autoctone che non riescono a sopravvivere alla sua avanzata. Il regolamento di cui sopra non è una semplice collezione di vegetali e animali da temere: ogni stato membro deve vigilare affinché gli eventuali rischi siano stoppati in tempo prima di disastri futuri. Così, per l’ailanto, è proibito commercializzarlo e riprodurlo.
Per Lucilla Carnevali, zoologa dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), “tutti noi possiamo fare qualcosa con buone pratiche e comportamenti responsabili” e ricorda il sito di Life ASAP, progetto di comunicazione, finanziato dalla comunità europea, per sensibilizzare la cittadinanza sul problema legato all’introduzione e la diffusione delle specie aliene.
Possiamo diventare “sentinelle” del rischio diffusione di specie aliene vegetali-animali?
Sì, contribuendo alla consapevolezza del problema. Come? Ad esempio non abbandonare in natura il proprio animale da compagnia – molti dei quali sono specie aliene invasive (il “famoso” pappagallino verde ne è una chiassosa testimonianza, ndr) o controllare valigie e vestiti quando si viaggia da una parte all’altra del mondo. Un veicolo è la terra sotto la suola degli scarponi, ma anche i bulbi comprati in un posto lontano da piantare nel giardino o nel balcone di casa.
Insomma rischiamo di essere “corrieri” di alieni?
Proprio così. Anche quando andiamo in un vivaio a comprare le piante: alcune esotiche sono bellissime, crescono in fretta ma possono essere molto invasive e “fuggire” dal vaso o dal nostro giardino. Informiamoci sempre sulle loro caratteristiche, su come coltivarle limitando la proliferazione e smaltendo in modo adeguato i residui di potatura. Un consiglio: preferire piante nostrane, altrettanto belle e in linea con i nostri habitat.