Roma nel Medioevo, affresco di un tempo perduto e dimenticato da riportare alla luce

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Ritratto di papa Innocenzo III, Museo di Roma

Roma, è sempre il caso di sottolinearlo, non smette mai di stupire, e lo fa anche per il Medioevo, riportando alla luce le sue ricchezze che pur ci sono anche se velati dalla dimenticanza. Per fortuna ci sono gli studiosi che ne rispolverano ricchezza e suggestioni per girarle a tutti noi. Si chiama proprio “Roma medievale. Il volto perduto della città”, la mostra in corso a Palazzo Braschi, museo di Roma, fino al 5 febbraio 2023. Un’esposizione da visitare se possibile in punta di piedi (peccato i soliti maleducati che parlano e commentano a tutto volume), così da riscoprire una città che tra il VI e XIV secolo aveva un ruolo centrale nell’Europa cristiana e medievale sia per i semplici pellegrini sia per regnanti e imperatori. Significativo il pannello che accoglie i visitatori, preso in prestito da uno che di vestigia medievali se n’è interessato parecchio, nel nostro Paese, lo storico Ferdinand Gregorovius: “Il Medioevo è come spazzato via dalla tramontana con tutto lo spirito storico del passato. Roma ha perduto per sempre il suo incanto”. Qui è proprio il caso di dissentire, però, almeno un poco. Perché il Medioevo, a Roma, sbuca fuori qua e là, superstite se pur nascosto, e colpisce con tutta la sua forza culturale e artistica, come raccontano le oltre 160 opere in mostra (mosaici, affreschi, manoscritti, oggetti vari, provenienti da 60 prestatori tra musei, enti religiosi e istituzioni pubbliche e private) che vanno dal tempo di papa Gregorio Magno all’indizione del primo Giubileo del 1300.

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Madonna che allatta il bambino e angeli, detta Madonna della Catena, Chiesa di S. Silvestro al Quirinale

L’esposizione si sviluppa in 9 sezioni tematiche, pure attraverso i paesaggi urbani trasformati nel corso dei secoli, un’esortazione a curiosare tra quel che resta di quella magnificenza, tra basiliche, palazzi, ponti e antichi porti, seguendo una narrazione archeo-storica che fa immergere nella realtà del Medioevo romano, intersecato tra artigiani-artisti-papi e cardinali-re e imperatori, in un itinerario che permette di calarsi, in un certo modo, nelle vesti di un pellegrino di quei tempi. Tra i “luoghi” di questa passeggiata medievale, da citare la parte dedicata alle Madonne, a quelle icone mariane custodite nelle chiese cittadine ma che poi nel corso dei secoli la devozione popolare romana ha fatto sfuggire al loro ruolo istituzionale, diciamo così, prendendo posizione agli angoli delle strade o su tanti palazzi (il discorso delle “Madonnelle” è davvero un’altra storia…).

Ritornando alla mostra, il tutto è il risultato di studi e ricerche di oltre quaranta anni di attività dovuta in gran parte ai ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma: la ricchezza di quanto esposto pecca però nelle sue didascalie, in contrapposizione un poco all’obiettivo della mostra, ovvero la conoscenza per tutti. Purtroppo sono molto in ombra e scritte in un carattere talmente piccolo da sfuggire a che non ha esattamente una vista da super aquila.