In giro per natura anche grazie ai libri

Si può andare in giro per natura anche grazie a un gruppetto interessante di libri: d’accordo, ce ne sono parecchi, ovvio, ma prima di decidere di recarsi direttamente in un bosco, in un prato, in un orto botanico, meglio spolverare o ri-spolverare le nostre nozioni botaniche. Ad esempio, “Le incredibili avventure delle piante viaggiatrici” di Add Editore, godibili righe scritte da Katia Astafieff, appassionata botanica, e si legge bene, e viaggiatrice, pure questo lo si capisce bene. Con subito una precisazione: la botanica non è una scienza sedentaria, scrie Astafieff, ma ha a che fare con avventurieri, spie, misteri, azioni pericolose…

naturaIn queste pagine ci sono 10 storie di piante e sono tutte all’insegna dell’avventura, come quella delle fragole, portate dal Cile nel 1714 da Amédée-François Frézier, corsaro-botanico-esploratore e, naturalmente, spia. O della peonia, bottino di un altro avventuriero, corrispondente del National Geographic, che ne rubò un esemplare nel 1925 dal giardino di un monastero cinese… Lui si chiamava Joseph Rock. E vi siete mai chiesti cosa c’è “dietro” il delizioso kiwi? Ancora il paese asiatico, di mezzo, e stavolta un furbacchione che scoprì il “ribes della Cina” nel 1750 (anche se poi arriva sulle nostre tavole negli anni sessanta del secolo scorso) parlando con un certo imperatore: l’ardito era un gesuita, Pierre Nicolas Le Chéron d’Incarville. Insomma, in questo libro, la natura selvaggia, rubata, scoperta, civilizzata (diciamo così) non può che ingolosirci.

Avventurieri e conoscitori di natura

Si intitola “Troverai più nei boschi” la guida di Francesco Boer che è un vero e proprio “manuale per decifrare i segni e i misteri della natura” (Il Saggiatore). Misteri, anche qui, ma sempre in grado di rivelarci la bellezza e l’unicità di nostra madre natura: quasi 250 pagine di puro godimento botanico il cui titolo, sottolinea l’autore all’inizio, “riprende un celebre detto di Bernardo di Chiaravalle”. Ovvero? “Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà”.natura

Mica male come approccio, no? Però, prima di abbeveraci alla saggezza della natura, dei suoi boschi, dei suoi fiumi, dei suoi laghi, dei suoi animali, non c’è che cercare di apprendere il suo linguaggio: solo così potremo ricevere le sue lezioni di vita, e anche capire sempre di più che la dobbiamo salvaguardare da noi umani, rimettendo in atto quell’armonia che i nostri antenati avevano con essa.Primo step: informarsi. Dunque questo libro è perfetto per una ideale conoscenza, con una accortezza, quando si va in un bosco, meglio l’approccio lento, camminare piano cioè, rallentare spesso per odorare i profumi degli alberi, sfiorarne la corteccia, ascoltare i rumori tutto intorno, fermarsi a rimirare le incredibili forme di una radice o le sfumature di colori di foglie-erba-frutta impossibili da copiare.

Le piante hanno i loro diritti

A coronare le righe naturaliste proposte in questa sede, ecco Flower Power, scritto dalla giornalista scientifica Alessandra Viola per Einaudi. Anche qui, le piante vengono raccontate e descritte, ma da un particolare punto di vista. Si parla di diritti, già, proprio dei diritti di queste nostre amiche verdi che troppo spesso trattiamo malissimo, così male che ne hanno davvero bisogno. Non è un’idea stravagante, spesso nel corso della storia dell’umanità si è cercato di porre riparo alle malefatte compiute nel tempo su alcune persone, i neri, ad esempio, ma pure le donne e i bambini. Certo, anche qui la strada è ancora lunga però si va avanti. Nel caso delle piante, le rivendicazioni non ci sono, loro stanno lì, ferme (in apparenza) e silenziose. Ci accorgiamo di qualcosa di stonato quando non le vediamo più e ci chiediamo: che è successo? È successo che le abbiamo sradicate e decimate, molte per causa nostra sono sull’orlo dell’estinzione e i loro territori di origine trasformati in città confuse o in deserti veri e propri, con tutto il contorno di crisi climatiche e migrazioni di massa. Eppure, ci servono per mangiare e per darci ossigeno. Ma questo, finora, è sembrato non interessare nessuno. naturaCome si sa, qualcosa sta modificando il nostro pensiero umano distruttivo, alla luce di quella transizione ecologica di cui si vocifera da un bel po’. Per cui, e in questo ci associamo all’autrice, è giunto il momento di una “Dichiarazione universale dei diritti delle piante”, che riconosca i diritti delle nostre sorelle verdi e garantisca anche i nostri. Chiaro lo spirito del libro che parla di natura da un’altra ottica. Viola racconta che mentre stava scrivendo il testo, la chiesa di Notre-Dame a Parigi era in fumo. Cordoglio ovviamente unanime e la proposta di qualcuno: quando le ceneri non saranno più calde, cosa di meglio che ricostruire tutto usando querce secolari, affinché quel monumento “ritorni come prima o se non uguale almeno simile”?. L’importante sarà l’effetto finale, si dice. Bello, bellissimo, ma quei giganti sopravvissuti fino a noi (e nonostante noi), perché devono essere distrutti? Non sono risorse da usare a nostro piacimento, ma esseri viventi che vanno protetti con una loro esistenza. Sì, nonostante la bellezza violata di Notre-Dame, hanno urgente bisogno di diritti.