Nasce la rete dei Rifugi sentinelle del clima

Rifugi

I Rifugi di montagna diventano sentinelle del clima: uno strumento in più per monitorare la velocità dei cambiamenti climatici, decisamente visibili e intensi negli ambienti montani. E si chiama proprio “Rifugi sentinelle del clima”, con relativo sito di riferimento, il progetto che nasce da un accordo tra Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e Club alpino italiano (Cai), e che mette in rete diciannove siti cosiddetti osservativi: l’obiettivo è raccogliere tutti i dati utili (come temperatura, umidità relativa atmosferica, radiazione solare, velocità e intensità del vento, evaporazione e pressione atmosferica) per disegnare una mappatura il più possibile fedele circa le condizioni reali del clima e dell’ambiente delle nostre montagne e dei nostri territori, comprendendone gli scenari futuri, dalle Alpi agli Appennini, al centro del Bacino del Mediterraneo. Sì, perché nell’elenco dei 19 siti individuati, 15 rifugi alpini e 4 osservatori del Cnr, assieme alla piemontese Capanna Regina Margherita, il rifugio più alto d’Italia, a 4.554 metri, sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa (in foto), c’è pure il Rifugio Citelli, a 1740 metri, sull’Etna.

La messa in campo delle esperienze di Cnr e Cai permetterà di ottimizzare risorse ed infrastrutture in aree particolarmente significative e sensibili per lo studio del clima, rafforzando pure la possibilità di una migliore sorveglianza dell’ambiente d’alta quota e delle aree interne del Paese.

Tra gli intenti, inoltre, c’è l’idea di allargare la rete di questi primi 19 rifugi sentinelle ad altre strutture simili e di renderli dove possibile luoghi di diffusione della cultura scientifica, anche progettando interventi divulgativi che coinvolgano gli enti di governo locali e i turisti della montagna.

Cnr e Cai sottolineano come il bacino del Mediterraneo e le regioni montane di alta quota siano definiti “hot-spot climatici”, ovvero siti dove il clima sta mutando più velocemente che nelle altre aree.

Dai rifugi tutti i dati utili per arrivare a una mappatura sulle condizioni reali delle montagne

Nel primo Report pubblicato sul sito dei rifugi sentinella, di cui una sintesi è presentata nel numero di gennaio della rivista Cai Montagne360, si riporta che “le osservazioni di temperatura del Pianeta riferiscono che gli ultimi due decenni sono stati i più caldi dal 1850”. Come si sa purtroppo, “questo innalzamento delle temperature si manifesta anche in alta quota, come rileva il Comitato Glaciologico Italiano. Si stima infatti che la superficie dei ghiacciai delle Alpi si sia ridotta mediamente negli ultimi 150 anni del 60%, con casi estremi, come la Marmolada, che ha perso in cent’anni un volume di circa il 90%. Il riscaldamento globale, ma anche la deposizione di particolato assorbente di origine antropica e naturale, sono tra i principali responsabili di quello che già oggi si configura come un disastro ambientale”. Dunque, i rifugi sentinelle sono già all’allerta.