Che cos’è la tassonomia verde europea

tassonomiaSi chiama tassonomia verde ed è, semplificando al massimo, una specie di elenco che definisce quali sono gli investimenti ritenuti sostenibili per l’ambiente: la Commissione europea è molto concentrata su questo, a costo di non ottenere l’unanimità dei suoi membri. Infatti tre commissari (di Spagna, Austria, Portogallo) hanno votato contro il decreto delegato sulla tassonomia (e perplessità sono state espresse pure dal nostro Paolo Gentiloni nonché dai commissari di Olanda e Belgio). La ragione? Tale “elenco” di investimenti green prevede anche il nucleare e il gas naturale, non ritenuti esattamente “puliti”, tuttavia  considerati una soluzione transitoria verso la neutralità climatica da raggiungere entro il 2050. Almeno secondo gli intenti. La scelta di dare spazio nella tassonomia pure a gas naturale e nucleare si trova nell’obiettivo di iniziare a mettere fuori gioco le super inquinanti centrali a carbone. Poiché però le fonti rinnovabili non riescono a soddisfare la grossa fame di energia dei nostri tempi, bisogna optare per strategie temporanee. Ma non è un passo indietro, sostiene la Commissione, bensì un passo/passetto fondamentale che ci guiderà verso la transizione ecologica, utilizzando ad esempio per il nucleare tecnologie innovative che potrebbero/dovrebbero essere più sicure rispetto al passato. Certo, di mezzo ci sono le forze dei diversi Paesi membri che fanno pesare la bilancia da una parte e dall’altra: la Francia ad esempio verso il nucleare, la Germania verso il gas.

In ogni caso, la Commissione non ha previsto nella tassonomia un uso a go-go di gas e nucleare: i limiti sono stringenti, e sono legati agli investimenti relativi. Chi infatti decide per questi due elementi, deve prevedere come nel caso delle centrali nucleari solidissime strutture di smaltimento dei rifiuti radioattivi (ma ci sono? È possibile davvero prevederne la sicurezza?) e fissando limiti nelle emissioni di anidride carbonica per quando riguarda il gas (270g equivalente Co2 per Kwh) sempre prevedendo tecniche che via via riducano le emissioni  di cui sopra.

Vale comunque ricordare, per farsi un’idea, quanto dice Greenpeace, alla domanda: nucleare e gas sono green? No è la secca risposta, perché “l’energia nucleare genera scorie radioattive ad alta attività molto pericolose per la salute e per l’ambiente e non è ancora stata trovata una soluzione commercialmente valida per il loro smaltimento a lungo termine”. Mentre per il gas fossile, sottolinea ancora Greenpeace, si sa che già oggi è la principale fonte di emissioni di gas serra derivanti dalla produzione di energia in Europa.

Tassonomia verde in salsa europea

Qualcuno intanto si chiede sempre più intensamente se il discorso della tassonomia verde in salsa europea sia veramente quello che serve per investimenti green reali. Sembra tanto per dire che addirittura la Banca Europea per gli investimenti non voglia basare i suoi interventi su questa ipotesi. Il dialogo comunque continua, poiché di tassonomia dovranno parlare il Parlamento Europeo e prima il Consiglio Ue, con i ministri competenti. Perplessità. Ok, sviluppare le rinnovabili è un processo lungo (dicono gli esperti), perché però non si comincia in modo massiccio, da subito, nelle politiche in tal senso, invece di incoraggiare ancora l’utilizzo di gas e nucleare, proposti in una dimensione green che non hanno, in attesa di un domani “pulito” che di fronte a questo sembra allontanarsi?