L’orto (sempre più) sul tetto: ecco OrtiAlti

 

Il premio We-Women for Expo a OrtiAlti

orti-alti-startup-600x400

 

Il concorso era stato lanciato lo scorso luglio e ora, il We-Women for Expo Padiglione Italia, ha le sue vincitrici, Elena Carmagnani e Emanuela Saporito, architetti, con il progetto OrtiAlti. Un’idea da 40mila euro, tanto vale il premio.

Ma cosa è esattamente OrtiAlti? Si tratta di un’ispirazione per realizzare e gestire orti di comunità sui tetti piani di edifici di vario genere (scuole, biblioteche, condomini, edifici per uffici, edifici produttivi, supermercati), tramite il coinvolgimento diretto delle comunità che li abitano o li utilizzano. Gli orti sul tetto son belli, riducono il calore, rendono salubre l’ambiente, incrementano la biodiversità in base alle piante coltivate e agli animali che vengono richiamati da tale ambiente urbano.

Ecco cosa dicono in proposito le progettiste (curiosate nel sito ortialti.com).

“L’idea nasce a partire da Oursecretgarden, realizzato nel 2010 sul tetto degli uffici dallo studio di architettura STUDIO999 di Torino, in collaborazione con gli abitanti dell’edificio. Oursecretgarden vince il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2010 di Legambiente Italia, è selezionato come miglior intervento per l’Austrian Best Private Plot Award 2012, è pubblicato su decine di giornali e visitato in questi anni da centinaia di persone. Il progetto intercetta in modo immediato e tangibile temi sensibili come il verde, il risparmio energetico, il cibo Km0, la sharing economy, nuove forme di prossimità e condivisione degli spazi. La sua forza non è solo nella sua dimensione comunicativa ma nella reale efficacia di un’idea che intreccia i benefici ambientali che i tetti verdi generano nei contesti urbani grazie alla stratigrafia tecnologica con cui sono realizzati (riduzione dell’isola di calore, biodiversità, efficientamento dell’edificio, riduzione delle emissioni di C02 e controllo dei consumi, gestione delle acque piovane), con la dimensione produttiva e di socialità degli orti (autoproduzione di vegetali freschi, riciclo dei rifiuti in compost, creazione di spazi di comunità)”.
Dunque, un premio ci voleva!