Le beghine svelate: storie di devozione e indipendenza

BeghineNon è raro, quando si parla di “beghine”, immaginare donne bigotte e bacchettone, dando al termine una connotazione negativa. Invece, le beghine sono state ben altro nella storia della Chiesa e della società: donne non sposate che, pur non pronunciando voti monastici, conducevano senza vincoli di mariti-padri-fratelli-sacerdoti, una vita di povertà, devozione, carità. E allora, è il caso di conoscerle meglio: ci riesce Silvana Panciera, autrice appassionata, che permette di svelarne le caratteristiche e le attività del loro movimento dalle pagine de “Le beghine –Una storia di donne per la libertà” (Gabrielli Editori), un vero e proprio strumento per “allargare il cerchio delle persone destinatarie di questa storia di donne, tanto preziosa quanto sommersa”, come scrive nel presentare il volume, versione aggiornata e ampliata del testo scritto circa 10 anni fa. Perché un tale interesse? Lo spiega così, lei che ha vissuto parecchio tempo in Belgio: il movimento beghinale, “in una celebre mostra tenutasi al Palais des Beaux Arts di Bruxelles nel 1994, era stato presentato in modo accattivante e interrogativo come “il possibile primo movimento femminista in Europa”. Niente male, no? Considerando che si nota la presenza di beghine a partire dal XII secolo. Come detto sono donne che vanno avanti per la loro strada di aiuto agli altri, i più poveri i più malati i più vulnerabili, senza essere mogli o monache, mantenendo però la castità. Vivono insieme nei “beghinaggi”, abitazioni dalle architetture particolari, molto diffusi nel tempo che fu: 13 di essi, nel 1998, sono stati riconosciuti dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Quelli di Amsterdam e Bruges sono una delle mete turistiche più gettonate. Nel capitolo sesto, Panciera parla diffusamente dei loro luoghi, delle relative caratteristiche e tipologie (in genere le strutture sono cinte da mura con fossati e porte chiuse di notte): una ciliegina sulla torta golosa di informazioni che è questo libro, in cui il “fervore religioso” di tutto il XII secolo coinvolge le beghine, in un periodo storico complesso ed effervescente. Tra l’altro questo è il tempo dei Catari o Albigesi che saranno considerati eretici e spazzati via dalla religione “ufficiale”, ma anche della cavalleria e dell’amor cortese. Di cui le beghine riprenderanno stile e metafore, ad esempio, scrive Panciera: “conferendo il titolo di “Grande Dama” alla responsabile del beghinaggio, e le utilizzeranno per esprimere la relazione dell’anima a Dio”.

Beghine nella storia

 

Il movimento beghinale prende il via alla fine del XII secolo, probabilmente dalla zona di Liegi, attraversa i Paesi Bassi, i territori tedeschi, l’Italia (dove le mulieres religiosae o devotae come erano chiamate dai loro contemporanei, venivano indicate come bizzoche o pinzochere, al sud e humiliate in Lombardia). Per entrare nel movimento, bisognava avere almeno 18 anni e essere in grado di mantenersi, con patrimonio personale (se c’era) o con lavori manuali, servizi domestici, lavorazione di tessuti… non serve la dote, come era per entrare in un monastero “regolare”: le prime a rispondere sono donne delle classi sociali più elevate, poi anche quelle degli strati popolari. Con alterne fortune (ci sono anche casi di accuse di eresia e stregoneria, nonché di uno stop per via del Calvinismo entrante) il beghinaggio va avanti fino al 1900 e oltre. L’ultima beghina al mondo, Marcella Pattijn, muore il 14 aprile 2013 nella casa di riposo belga Sint-Jozef a Kortrijk, la città dove per oltre 70 anni aveva portato avanti il suo beghinaggio. Tutto un capitolo, nel libro della casa editrice Gabrielli, è dedicato alle beghine più note nella storia del beghinaggio, che aveva anche una variante maschile: i maschi erano chiamati “begardi”.

beghine

Un bel libro (174 pagine, 17 euro, ebook 9,90), scritto in modo chiaro e “leggibile” anche per i non esperti, uno squarcio incredibile su una piccola-grande storia di solidarietà al femminile. Per saperne di più si può curiosare anche nel sito trilingue www.beguines.info (curato dalla stessa autrice, Silvana Panciera, con l’amico Philippe Hensmans). Un vero e proprio “omaggio a quelle decine di migliaia di donne che dalla fine del 1100 alla fine del 1900, hanno vissuto un’avventura esistenziale da molti osteggiata, da troppi ignorata e da alcuni anche derisa. Esse avrebbero invece molto da insegnare a noi donne e uomini del XXI secolo sulle profondità dell’amore e sulla santificazione nella libertà”.