La luce che parla con lo smartphone

Lo smartphone parla con la luce

 Lo smartphone parla con la luceUna luce led che parla con lo smartphone. L’hanno realizzata i ricercatori dell’Istituto TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con gli ingegneri di TCI Led Professional Applications di Saronno (Varese).

Chi si perde in centri commerciali, ospedali, musei o semplicemente vuole imboccare la strada “giusta”, ha un aiuto in questo sistema di localizzazione presentata nel corso della fiera internazionale dell’illuminazione e delle tecnologie per gli edifici, cioè Light & Building 2018, svolta a Francoforte sul Meno.

E si tratta di un meccanismo che, negli ambienti chiusi, si presenta molto più preciso e affidabile del Gps. Ma come funziona? E’ una comune lampada a led modificata, dotata cioè di un’elettronica che modula la luce in modo da farle trasmettere un segnale identificativo. Una “comunicazione” che si basa sulla luce visibile (Visible Light Communications -Vlc) e non occupa sezioni di banda radio wireless.

Il procedimento assomiglia molto ai messaggi inviati attraverso il codice Morse con una luce lampeggiante. La modulazione che genera il segnale non è percepibile dall’occhio umano, ma viene captata da un comune smartphone equipaggiato con una speciale app che invece identifica il segnale e fornisce le informazioni corrispondenti, poiché si attiva quando il telefono entra nel cono di luce, segnalando la posizione della persona interessata.
Non solo, all’interno di un museo, può raccontare notizie su opere e autori o, in un ospedale, guidare il paziente verso l’ambulatorio desiderato. Foto Ansa.