Il museo ha pure altre chicche e racconta la storia degli uomini che abitarono qui, a partire dal Paleolitico inferiore, via via le tracce fanno passare i secoli tra reperti di vario tipo (molte le testimonianze domestiche) e ricostruzioni chiarificatrici. Tutto da godere e ammirare con calma e attenzione.
Per poi uscire dal museo e dirigersi in un’altra sorpresa della città: il suo castello. I visitatori sono stati accompagnati in questa ulteriore scoperta “made” in Colleferro, dal direttore del Museo Archeologico Comunale del Territorio Toleriense, Angelo Luttazzi: si tratta di una vera e propria ricchezza semisconosciuta che però da qualche anno il Comune vicinissimo a Roma, guidato da Pierluigi Sanna (al momento vicesindaco della Città Metropolitana Roma Capitale), sta cercando di valorizzare.
L’area del Castello è circondata da un parco cittadino e ora è appunto proprietà comunale: decisamente affascinante, con una parte della struttura diroccata e attualmente semi vestita da varia vegetazione.
Si sa che probabilmente Il Castello di Colleferro è stato costruito su un precedente edificio dell’VIII secolo, ma non che cosa sia successo negli anni successivi. Documenti dell’inizio del 1300 parlano di un diritto di possesso di un certo Giovanni Conti, rappresentante della famiglia che lo avrebbe fatto edificare. Una data è certa: nel 1431 il Castello fu distrutto dai mercenari mandati lì dai Colonna, che erano entrati in guerra con i Conti. Quel che rimane fa capire che era una fortezza con una corte interna, forse anche con una torre, poi però abbandonata e diventata una fattoria al centro di un possedimento agricolo e anche abitazione di privati (c’è ancora una famiglia di anziani che vive là, con le galline che scorrazzano nella corte interna su cui si affacciano bifore di arabeggiante memoria. Nel corso dei secoli il Castello passa di mano in mano, di famiglia in famiglia. Per arrivare a noi che lo guardiamo con curiosità, immaginando le gesta degli antichi abitanti.