Gli eventi meteo estremi, sottolineano gli scienziati, hanno “impatti a cascata sempre più difficili da gestire”, con il risultato che milioni di persone sono sottoposte a disastri ambientali e a gravi insicurezze alimentari e idriche. Non solo Africa, Asia e Sudamerica saranno coinvolte in questi rischi ambientali e sociali. Anche in Europa meridionale il numero dei giorni senza acqua sta aumentando, creando problemi nelle coltivazioni. Del resto, l’aridità dei suoli espone milioni di persone alle limitazioni di forniture di cibo. Pure in Italia la siccità è fonte di allarme, come rileva la Coldiretti proprio a proposito del rapporto degli scienziati dell’Ipcc sul clima. Anzi, è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con un danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. Un allarme confermato da un clima che ha determinato un inverno pazzo con una temperatura superiore di 0.55 gradi rispetto alla media lungo la Penisola ma con picchi più alti di tre gradi nel nord ovest e precipitazioni scarse che hanno prosciugato fiumi e laghi. Al nord il fiume Po in secca al Ponte della Becca è sceso a -3,07 metri, più basso che a Ferragosto ed è rappresentativo della situazione di sofferenza in cui versano tutti i principali corsi d’acqua italiani. Nella pianura padana, afferma ancora la Coldiretti, le coltivazioni seminate in autunno come orzo, frumento e loietto iniziano ora la fase di accrescimento che rischia di essere compromessa dalla siccità. Ma a preoccupare è anche lo sviluppo dei prati destinati all’alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con gli irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Dall’altra parte nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina del mais, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche.