Come si svolge questa festosa tregiorni? Con una serie di incontri tra le persone, le famiglie, gli artisti. Anche gli operatori e i medici (per una volta) senza camici, pronti ad ascoltare e a mettere a disposizione competenze e conoscenze a chi ne ha bisogno. E tutto è possibile: chi porta un’esperienza, chi canta, chi vuole vedersi un film o uno spettacolo. Chi ha voglia di ballare da fermo. Chi fa attività fisica in piedi o in carrozzina. Si mangia, si beve. Si sta insieme, insomma, è non è per niente poco. E si parlerà dell’amore al tempo dell’Alzheimer (ricordate la frase “Di amore non siamo vecchi”?…). Un sentimento che cambia, certo, che si può perdere o riallacciarsi, e che comunque arricchisce sempre. Soprattutto, non si accorcia con l’allungarsi della vita. Dunque, secondo gli organizzatori, associazione no profit nata nel 2017 con base a Milano, fatta di chi si arrabbia di brutto quando la dignità delle persone viene ignorata o calpestata, Alzheimer Fest 2019 vuole esplorare miti e limiti dell’età (per abbatterne alcuni e rivalutarne altri), alla luce di tutte le circostanze che richiedono un’attenzione particolare verso “gli amori fragili”. Le persone avranno la possibilità di raccontarsi e di ascoltare. Di far brillare le proprie emozioni o di vederle riflesse attraverso l’arte, la musica, la letteratura, l’incontro con gli altri. Senza dimenticare i problemi, “abbracciandoli”.