Accorgersi che l’Italia è green… non è proprio intuitivo…

greenAccorgersi che l’Italia è green non è proprio semplice, soprattutto se si vive in una grande città (magari Roma), dove la raccolta differenziata è “molto” a macchia di leopardo e i cassonetti strabordanti quasi sempre sono la dispensa quotidiana di molti animali come gabbiani, cinghiali, piccioni e così via. Eppure, almeno a sentire il tredicesimo rapporto GreenItaly realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere (presentato una manciata di giorni fa ma perlopiù scomparso dai radar in altre faccende, come la costituzione del nuovo governo), l’economia verde accelera: lo dimostrano, negli ultimi 5 anni, tra il 2017 e il 2021, 531mila imprese italiane che hanno investito sulla sostenibilità, un 51% in più rispetto al periodo di rilevazione precedente, cioè tra il 2014 e il 2018. Non sono solo numeri: le aziende che hanno deciso di mettere in atto progetti e tecnologie green sono più competitive e dinamiche in particolare nel mercato estero, con un aumento del 35% delle esportazione, del 49% del fatturato e del 23% delle assunzioni. Secondo il report, buoni risultati si tingono di verde anche per gli occupati: i green jobs sono 3.1 milioni, il 13,7% degli occupati. Però si nota in proposito un certo rallentamento, poiché non si trovano le competenze adeguate a questa nuova stagione verde, mancando il personale qualificato. Inoltre, la burocrazia blocca al solito i permessi per realizzare impianti da fonti rinnovabili, pur evidenziando come queste soddisfino il 36% dei consumi elettrici. Tuttavia, ci sono comunque dati da presentare con orgoglio al prossimo appuntamento Cop 27 (dal 6 al 18 novembre in Egitto). L’Italia tra l’altro è leader nell’economia circolare e ha la più alta percentuale di avvio a riciclo sulla totalità dei rifiuti: l’83,4%, 30 punti percentuali in più rispetto alla media europea con una crescita storica nell’impiego di materia seconda nei settori industriali nel biennio 2020-2021.

Pure nella filiera agroalimentare si procede spediti verso un fronte “verdeggiante”, poiché il nostro paese ha diminuito le vendite di prodotti fitosanitari del 19%, ed è leader nel biologico europeo, con un’incidenza sulla superficie agricola utilizzata (nel 2021) del 17,4%. Non sembrerebbe essere da meno il mondo dell’edilizia: i dati degli investimenti mostrano una forte spinta alla sostenibilità. Gli incentivi fiscali e bonus statali hanno fatto registrare una crescita degli investimenti (+25%) in riqualificazione del patrimonio abitativo nel 2021. Per il Superbonus, che per gli esperti va sicuramente migliorato, si calcola un impatto positivo sull’ambiente di valore pari a 979mila tonnellate di CO₂ risparmiata a cantieri conclusi e un risparmio medio annuo in bolletta di 500 euro per ogni beneficiario e di 15,3 miliardi di euro totali. Pure la filiera arredo-casa, come già rilevato nelle precedenti edizioni del rapporto, si conferma fortemente attiva sul tema sostenibilità: il 95% del legno viene riciclato per produrre pannelli per l’arredo, mentre il 67% delle imprese utilizza materie prime seconde e l’81% legno prodotto in modo sostenibile e recentemente si è dotata di un piano per accelerare nella transizione ecologica. (Foto Orlando da Pixabay)