Volatili in rete: gli appassionati studiano i becchi

Citizen Science: e i volatili si conoscono di più

Volatili e becchi in rete

Ma quanti sono i volatili che gironzolano nei cieli del mondo? Tanti, tantissimi.

Come fare a monitorarli tutti, a capire le differenze vere tra loro, anche quelle apparentemente irrilevanti, come le enormi variabilità dei becchi, parte del corpo che più di altre dà informazioni sul loro mangiare e il loro habitat?

Qualcuno dirà: ci pensano gli scienziati, no? Sì, insomma però! I pennuti sono troppi per essere studiati solo dagli esperti (pochi) che tra l’altro non dispongono di risorse economiche per farlo. E allora? Intervengono, per fortuna, gli appassionati: esiste infatti un sito, http://www.markmybird.org/, nato da un progetto che coinvolge tutti, ideato dagli scienziati dell’Università di Sheffield (iniziativa di cui si parla sulla prestigiosa rivista Nature).

Gli esperti hanno scannerizzato in 3D i becchi, migliaia, provenienti dalle collezioni dei musei naturalistici di Londra e Manchester, individuando nella loro forma quattro punti di riferimento da rintracciare su ciascun modello, in modo da stimarne le eventuali variazioni e capirne, grazie a programmi informatici ad hoc, il come e il perché.

Gli interessati hanno contribuito alla ricerca con le loro osservazioni su tali modelli, sempre sotto la supervisione degli scienziati, marcando i punti di cui sopra e inserendoli nell’apposita banca dati, i quali sono così a disposizione dei ricercatori per ulteriori studi.
Si tratta di un meraviglioso esempio di citizen science, un modello nuovo di scienza, non riservata solo agli specialisti.
Il successo è al momento notevole (il progetto è ancora in corso), poiché all’inizio di febbraio 2017 i non scienziati registrati risultavano più di 1400 e i becchi misurati circa 7800 su un totale di 9993.