È la biblioteca più antica al mondo, Al Qarawiyyin: sta nella città vecchia di Fez, Marocco, patrimonio dell’umanità, tra profumi di menta e odoracci che arrivano dalle vasche dove si colorano le pelli.
Un mondo a parte, mura di legni intarsiati, disegni che si rincorrono raccontando al mondo la grandezza di Allah. Fu fondata nell’859 avanti Cristo da Fatima El Fihriya, la figlia del ricco mercante Muhammad al-Fihri. Già, una donna, il cui ruolo non doveva essere così secondario a quel tempo nella società musulmana aperta a tutto, in primo luogo all’istruzione.
Tanto che Al Qarawiyyin, nata come moschea, diventa centro culturale a tutto tondo e anche università, nonché scambio importantissimo di culture diverse. E la sua biblioteca ora riapre alla fame di cultura di tutti, grazie alla tecnologia che aiuta i manoscritti millenari, alcuni risalgono al XII secolo avanti Cristo, a rimanere in vita. C’è pure una preziosa copia del Corano scritta su pelle di cammello nel nono secolo. Restauri digitalizzati e strutture per la deumidificazione dell’aria permettono di salvaguardare quell’incredibile patrimonio già pesantemente attaccato dalla muffa e dall’incuria. Sono stati creati un nuovo sistema fognario e una rete di canali sotterranei per drenare l’umidità. E tra gli strumenti ‘giusti’ da segnalare un microscopio elettronico in grado di individuare i minuscoli fori preludio del disfacimento delle pergamene e delle carte è sentinella preziosa.
Tutto il complesso è stato restaurato da una donna, l’architetto Aziza Chaouini, nata e cresciuta qui. Dunque, Al Qarawiyyin ha due vite al femminile, la donna che l’ha fatta diventare quello che è, e la donna che l’ha fatta tornare quella che era.
Alla biblioteca si accede passando da una porta dotata di una serratura di ferro con quattro lucchetti ognuno dei quali si apre con una chiave differente. E non manca un laboratorio innovativo per continuare a salvaguardare e digitalizzare gli antichi testi, eredità di tutti noi. Fez, sempre più incantevole e magica
