Reggia di Carditello, la meraviglia ritrovata

Una vera meraviglia, la Real Casa di Carditello

Le-meraviglie-di-CarditelloMeraviglia: beh, è quello che si percepisce davanti all’immensità della Real Casa di Carditello, la Reggia borbonica semplicemente “dimenticata” nel corso del tempo, danneggiata e violentata da uomini e incuria.

 

Spogliata di tutto, nelle intenzioni del re Ferdinando IV di Borbone, che ne aveva commissionato la realizzazione verso la fine del 1700 (fu abitabile nel 1787) a un allievo di Luigi Vanvitelli,  Francesco Collecini, lì si sarebbero dovuti allevare e selezionare cavalli di razza reale. Ma la sua mente pensava anche alla produzione agricola e casearia, tanto è vero che proprio là, dice la leggenda, venne l’idea di confezionare per la prima volta la mozzarella di bufala, ancora oggi squisitezza di questo territorio maltrattato dalla sorte e ancora una volta da uomini stupidi e idioti che come per la reggia depredano da qualsiasi bellezza.

Non era così Tommaso Cestrone, un pastore della zona che difendeva la reggia da tutto e da tutti, spazzava, puliva, chiudeva gli infissi contro l’umidità della notte, li apriva per lasciar entrare il sole, eliminava le erbacce. La sua storia è diventata un film, “Bella e perduta”, di Pietro Marcello, ma soprattutto ha fatto riflettere su una tale incredibile incuria per un posto così bello e così carico di storia, dopo decaduti i Borbone ci sono passati i garibaldini, l’opera combattenti, i soldati americani, il consorzio di bonifica dell’alto Volturno.

Tommaso n’è andato un paio di anni prima che lo Stato, finalmente, decidesse di acquistare la Real Casa, riportandola alla sua dignità. Sono stati recuperati alcuni pavimenti e certi affreschi, molti monocromi e trompe l’oeil, la chiesa, buona parte dei tetti e le facciate. Persino il fratello di Mussolini, Arnaldo, era affezionato del luogo, lasciando inciso in una roccia che qui c’era stato, nel XIII anno dell’era fascista.

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Ogni tanto a Carditello ci sono i caroselli equestri e tutte le domeniche mattina dalle 9 alle 12.30, ogni 15 minuti, ci sono le visite guidate. E qui c’è davvero un’altra piccola grande eccellenza. A guidare i turisti che arrivano sempre più numerosi anche da fuori regione ci sono loro, gli Angeli di Carditello, che si chiamano così in ricordo di Tommaso, sono giovani, giovanissimi e preparati, appartengono all’Associazione Agenda 21, arrivano da tutta la provincia e da Napoli. Carditello, che miracoli! A proposito, Carditello deve il suo nome al gran fiorire di fiori e foglie di cardo che appaiono un po’ ovunque, negli affreschi e negli stucchi rimasti. Perché? Un omaggio al vegetale che serve a cagliare il latte e che qui si usava alla grande per le produzioni reali.