Punto o non punto?

Ma il punto è morto? W il punto!

punto

La punteggiatura, spesso, non conosce molti affezionati e i suoi vari elementi, dal punto, alla virgola, ai puntini e, peggio, al punto e virgola, c’è chi li piazza a casaccio.

O magari chi non li piazza affatto. Secondo uno studio dell’American University di Washington, dedicato in particolare al punto, considerando gli attuali linguaggi tramite smarthone, è uscito fuori questo: inviare un messaggino conclusivo di punto non dà sincerità alla frase (!).

Un’idea che tanto tanto tempo fa era già venuta in mente a Filippo Tommaso Marinetti, l’inventore del movimento futurista: predicava l’abolizione di tutta la punteggiatura, definendo il punto ‘sosta assurda’. Sarà, ma qui ci vuole, e pure qualche virgola. Certo, c’è chi, come James Joyce nel suo ‘Ulisse’, per evitare la punteggiatura ma rendere il testo leggibile, cerca di scrivere frasi costruite con grande chiarezza.

Poi ci sono tanti che filosofeggiano sul significato ‘veramente vero’ del punto. Sempre alla fine del messaggio sembra segnalare che la persona lo abbia usato perché arrabbiata o magari solo perché voleva mettere fine a un certo argomento (non è così?). Se si mette dopo solo una parola, l’enfatizzazione è eccessiva; se ci sono i puntini, chissà quale è il significato che si voleva dare alla nostra dichiarazione.

virgole esclamative e interrogative

E poi, dal 1992, hanno fatto la loro comparsa altri segni sconosciuti ai più (ma che gli esperti dicono siano davvero essenziali per comprendere e comprenderci): la virgola esclamativa o interrogativa. Da mettere alla fine della frase, al posto del punto, sono state inventate dagli americani Leonard Storch, Haagen Ernst Van, Sigmund Silber, che ne hanno addirittura chiesto il brevetto, lasciato poi scadere. Chissà, forse si sono resi conto che, magari, non se ne sentiva molto la necessità! Immagini da apps.fellowes.com e canadiandesignresource.ca