Little Free Library: la biblioteca di quartiere

Il quartiere diventa più tuo con la Little Free Library

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Una piccola biblioteca di strada, un banchetto, una casetta, un posticino più o meno grande in cui prendere e lasciare libri, una Little Free Library come dicono gli americani che hanno inventato tale forma di scambio librario.

Era il 2009 e due tizi di Hudson, Wisconsin, cioè Todd Bol di Hudson e Rick Brooks decidono di mettere su la loro piccola impresa sociale (che diventa no-profit nel 2012) e lo fanno costruendo la madre di tutte le future casette vicino una pista ciclabile della loro città. Il passaparola e il passalibro sono immediati, coinvolgono gli States e anche l’Europa, sembra che nel mondo ce ne siano registrate in tanti siti che le mappano almeno 10mila.

In Italia fioccano qua e là. A Roma, ad esempio, ci sono da Spinaceto, quartiere dimenticato e dormitorio da sempre, dove la little house è un semplice tavolino nella Galleria Garda, al ‘recinto’ di TorMarancia noto per gli straordinari murales, al parco dell’Inviolatella Borghese nel quartiere di Vigna Clara dove, dicono gli esperti, è nata la prima Little House Library della capitale.

Biblioteca del gufo - Little Free Library

Ma ogni città ha le sue, dalle dimensioni e dalle storie variegate. E oggi si legge sul Corriere della Sera (in un articolo a firma Elvira Serra) della Biblioteca del Gufo a Formigine provincia di Modena, inventata da una mamma, Elena Barbieri, per il suo figlioletto malato e impossibilitato a uscire di casa.
Era il 2013, sono arrivati un sacco di libri dopo il suo appello su Facebook e la sede principale di questa casetta (anzi casona viste le dimensioni e la consistenza dei suoi ospiti cartacei), in via Mazzini 99, sempre aperta e illuminata anche con il buio (ecco il riferimento al Gufo…), ora ha diverse succursali in varie parti della città e il figlio di Elena sta guarendo.