Le memorie di un albero

E se un albero racconta

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“Sono qui da un sacco di tempo, mi sembra ci fossero i francesi” “Allora il 1800, due secoli fa, giusto?”

“Due secoli, duecento anni, intendete, ma che ne sapete, così giovani? Non pensavo però fosse così tanto. Allora chissà quanto mi resta ancora. Eppure, la mia chioma di anno in anno si rinverdisce. Lo vedete? Anche in questi giorni sono pieno di foglie tenere tenere. C’è questo tronco, però, che un po’ mi fa riflettere: non è più lungo lungo come una volta e ha messo su queste strane cose, escrescenze, ho sentito dire da quei signori in tuta che ogni tanto vengono a ripulire. Boh, chissà cosa sono, esattamente. Tuttavia la mia corteccia mi sembra ancora in buono stato, anche se con questi cosi, questi bitorzoli. Sono curiosi, così spesso si ferma qualcuno e li tocca, ci gira attorno, talvolta li fotografa”

“Fotografa? E che vuol dire?” “Già, voi siete novellini, piccoli tralci che mi crescete in basso: imparerete presto. Si tratta di uno strano attrezzo che hanno gli umani, rettangolare, ci guardano dentro e via, ci rimaniamo dentro” “Intrappolati? Che paura!”Ma no! Fermano quel momento, anzi per noi è pure meglio, rimaniamo così per sempre! E poi ci sono i selfie”E cioè?” “Sono sempre foto, ma gli umani le scattano con il cellulare anzi, lo smartphone, come dicono loro: in questo caso un po’ mi disturbo

“E perché”Beh, perché ci si mettono anche loro, in foto, davanti a me! Così non sono più il protagonista assoluto, rimango in secondo piano…” “Che vanitoso” “Eh sì, che male c’è? E mi piacciono anche certe cose” “E quali?” “Quando arrivano sotto la mia ombra due innamorati: sono così carini. Si siedono su questa panchina, vedete?, e rimangono abbracciati ore e ore, senza dirsi niente! Secondo me, sono io, con la mia possenza e la mia capacità di donare loro refrigerio e un angolo tranquillo, a farli stare qui tanto tempo!” “Oh!”
“E poi ci sono i bambini, anch’essi mi piacciono tanto” “I bambini?” “Sì, i virgulti degli umani, così come voi lo siete di noi alberi. Ridono, si rincorrono, mi buttano un po’ di terra e qualche sassolino addosso, ma non mi importa! I loro strilli sembrano cinguettii… sono proprio simpatici. E adoro anche un altro evento” “E cosa?” “Il vento! Soffia tra i miei rami, tra le mie foglie, fa muovere tutto, alcune volte ce n’è qualcuno che è proprio arrabbiato, va veloce, mi spezza addirittura qualche ramo… ma poi tutto si quieta e arrivano i venti dolci, che mi accarezzano tutto! Come mi piace”
“Eh eh, anche noi anche noi vogliamo tutto questo!” “Tra poco tra poco…”
Conversazione registrata in un parco, all’ombra di un ontano napoletano, quello che parla tanta, e i suoi polloni.