La matematica magia degli storni

Democratici, matematici, solidali, gli storni

Storni-COBBS Lab, ISC-CNR, Roma

Sono le 15.30, il sole sta lentamente scendendo ma è ancora chiaro. All’improvviso, appaiono chiazze di uccelli neri, svolazzano qua e là, compatti e repentini, e poi se ne scappano via. Eccoli, gli storni: si stanno preparando a rientrare verso le città, creando non pochi problemi per il loro guano e il loro vociare. Ma non c’è verso (per essere in tema) di mandarli via.

Cercando notizie su questo uccello, lo Sturnus vulgaris, si può incianpare in un articolo dello scorso 22 novembre apparso su “Il fatto quotidiano.it” . Il titolo è: “Roma, attacchi programmati di guano. Così gli storni anticipano l’Isis”. Accipicchia. Una frase ‘forte’. Il tema dell’articolo è di questi volatili che fanno i loro bisognini (tanti) in certe strade della capitale: già scivolose in situazioni normali, con la pioggia il rischio di cadere aumenta un bel po’, anche le macchine non riescono a frenare. Ok, d’accordo, un grande grande disguido, ma paragonare queste bestioline all’Isis, terminando con la frase “Ma ai romani è rimasta una certezza: laddove non arriva l’Isis arriva la merda”, sembra proprio esagerato. Come dire che i gufi portano iella o che gli allocchi sono stupidi. Boh, sembra che gli idioti siano quegli esseri umani che se la prendono con animali i quali fanno semplicemente e ‘naturalmente’ il loro lavoro. Che vizio, confrontare gli atteggiamenti umani con quelli animali, pensando che questi ultimi ne abbiano svantaggio. E invece…

Dunque, in attesa che questi acuti esseri umani risolvano il problema storni o meglio, cacca degli storni, meglio concentrarsi su di essi. Come le loro curiose evoluzioni che sanno tanto di magia e mistero. Perché gli storni si muovono compatti, all’improvviso, seguendo grafismi a noi umani sconosciuti? Come avviene la trasmissione delle informazioni, affinché, magari in presenza di un predatore, si metta in atto un meccanismo affidabile ed efficace per svignarsela senza problemi o caduti sul campo, pardon, nell’aria?

Per un gruppo di ricercatori del’Università La Sapienza di Roma e dell’Istituto dei sistemi complessi del CNR di Roma, un tale comportamento è molto simile al comportamento quantistico degli atomi che si osserva nella materia condensata in fenomeni critici, come per esempio il cambiamento di stato che permette la transizione dell’elio liquido allo stato di superfluido, in cui l’elio scorre praticamente senza attrito.

In questo studio, gli esperti (coordinati da Alessandro Attanasi) hanno filmato con tre diverse videocamere il volo di uno stormo composto da centinaia di individui, analizzando le riprese e ricavando le traiettorie in 3D in base al tempo. E hanno notato che l’informazione arriva da un gruppo di uccelli che volano in genere ai bordi dello stormo: per primi cambiano direzione e lo ‘fanno sapere’ a tutti gli altri, nel giro di mezzo secondo. La distanza percorsa dall’informazione aumenta linearmente nel tempo: questo significa che la velocità della news attraverso lo stormo è praticamente costante e raggiunge il valore di 20-40 metri al secondo.
Inoltre, nonostante la notizia arrivi attraverso numerosi passaggi intermedi, non si attenua, ma raggiunge velocemente ogni storno. Nessuno è lasciato solo o trascurato. E come mai non avviene alcuna dissipazione dell’informazione? Sembra attraverso un trasporto legato ad equazioni matematiche, di quelle applicabili alla fisica classica e quantistica, le uniche al momento in grado di spiegare i cambiamenti di rotta, che però sarebbero sempre dovuti a un ‘gruppo dirigente’ in grado di dialogare con tutti i componenti dello stormo, mettendo tutti al sicuro e in grado di sopravvivere in ambiente ostile, tutti d’accordo e solidali.
Che gli esseri umani prendano esempio? (foto COBBS Lab, ISC-CNR, Roma)