E con l’aceto… ci ‘faccio’ gli sms

Sms inviati con l’aceto

sms con l'aceto

 In termini strettamente tecnici si parla di ‘comunicazione chimica’: ovvero usare l’aceto per inviare sms.

Lo stanno sperimentando i ricercatori della Stanford University, che hanno messo a punto un dispositivo in grado di trasmettere messaggi di testo con l’utilizzo di prodotti chimici di uso quotidiano, quelli che ognuno di noi ha a casa propria, individuandoli in particolare nell’aceto e anche nel detersivo per vetri, rispettivamente sostanze acide e basiche.

È proprio questa natura contrastante alla base di un tale sistema di comunicazione chimica, il cui codice binario con cui vengono codificati e trasmessi i messaggi non è come nell’informatica tradizionale di zero e uno, bensì (appunto) di acidi e basi.

Gli studiosi, dopo avere digitato il loro sms sul computer, lo hanno inviato alla macchina da loro inventata la quale eroga i bit, cioè i simboli binari zero e uno, in modo non classico, ovvero attraverso le due sostanze chimiche, attraverso tubicini di plastica in cui viaggiano fino ad arrivare a un piccolo contenitore dotato di sensore con pH. Questo registra tali ‘movimenti’ alias gli impulsi di acidi-aceto e basi-detersivo, le cui variazioni raggiungono un pc che li codifica e li elabora come messaggio tramite questo differente codice binario.
Per ora siamo all’inizio ma la tecnologia potrebbe essere utile in quegli ambienti in cui i messaggi, tramite le classiche radiazioni elettromagnetiche, hanno difficoltà ad effettuare la comunicazione, come nell’acqua. Ma anche nel corpo umano ci potrebbe essere, con l’ausilio di una tale metodica, un linguaggio comprensibile per informazioni salutistiche davanti all’impossibilità di usare le tradizionali tecnologie elettriche per problemi di danneggiamento dei tessuti e degli organi.