Caro diario ti scrivo

Dillo alla città del diario

caro diario

 

Pieve Santo Stefano in provincia di Arezzo è la ‘città del diario’: dal 1984 ospita nella sede del municipio un archivio pubblico, che raccoglie scritti di gente comune in cui si riflette, in varie forme, la vita di tutti e la storia d’Italia: sono diari, appunto, epistolari, memorie autobiografiche.

Memorie private, quelle della gente comune, la vita quotidiana raccontata per interagire con la Storia con la S maiuscola e che è importante allo stesso modo per capire e conoscere. Tra i pezzi più famosi, di questo archivio messo su da un giornalista sopraffino, Saverio Tutino, è la memoria contadina di Clelia Marchi, scritta su un lenzuolo matrimoniale che lei non poteva più usare con l’amato marito. Insomma, il diario dai supporti più svariati, non solo il classico taccuino ma anche la stoffa di un lenzuolo da corredo, appunto. Questa casa della memoria raccoglie ormai oltre 7mila testimonianze e c’è anche un concorso, il Premio Pieve.

Dal 1991, su iniziativa del Comune di Pieve Santo Stefano, nasce la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale, divenuta poi una Onlus e riconosciuta con Decreto Ministeriale il 7/6/2000. Dal settembre 1998 con cadenza semestrale viene pubblicata la rivista Primapersona, una delle molte iniziative editoriali promosse dall’Archivio. Nel 2001 le memorie e i diari dell’Archivio di Pieve incontrano il cinema e nasce l’iniziativa I diari della Sacher. Nel 2011 l’Archivio produce uno spettacolo teatrale, Il paese dei diari, scritto e diretto da Mario Perrotta, che diventa testimonial dell’istituzione toscana e ispira la realizzazione del Piccolo museo del diario. Attualmente si sta provvedendo alla digitalizzazione di tutto il materiale conservato qui a Pieve di Santo Stefano.

Una parte dell’Archivio è il Piccolo museo del diario: entrarci significa attraversare un pezzo di storia d’Italia, camminarci in mezzo, aprire idealmente tutti gli scaffali dell’archivio dei diari, scartabellarne i faldoni, aprirne le lettere, sfogliarne i diari e ascoltare, toccare o sfiorare una delle oltre settemila storie in esso conservate. Anche perché tutto è possibile all’interno del progetto Impronte digitali, ovvero toccare praticamente quei diari, come se si stesse sfogliarli praticamente.
Tra due giorni, per l’editore Il Saggiatore, uscirà ‘La vita è un sogno’ (€ 22) in cui sono raccolti i brani più significativi (ardua la selezione, però!) provenienti da queste piccole grandi vite. Per saperne di più: http://archiviodiari.org/