Buon compleanno, Hubble!

Panoramica di immagini dovute all'occhio di Hubble (foto Esa)
Panoramica di immagini dovute all’occhio di Hubble (foto Esa)

Hubble e i suoi primi 25 anni

 

Quando è stato messo in funzione, nel 1990, gli davano 15 anni di vita.

Invece, è ancora lì a scandagliare i dettagli terrestri, il telescopio spaziale Hubble, che deve il suo nome allo scienziato Edwin Powell Hubble, il quale per primo riuscì ad individuare una galassia all’esterno della nostra e formulò una legge, poi pure a lui dedicata, parlando del concetto di universo in espansione, alla base della teoria del Big Bang.

Dunque, era esattamente il 24 aprile 1990, quando, con il lancio a bordo dello shuttle Discovery, iniziò la missione dell’Hubble Space Telescope, il telescopio spaziale realizzato dalla NASA in collaborazione con l’ESA. Il meglio della tecnologia dell’epoca e più o meno anche di quella attuale, grazie alle diverse operazioni di manutenzione e “cura” innovativa che gli permettono di stare ancora in orbita a una distanza di circa 550 km dalla Terra, di cui cattura ogni 92 minuti immagini spettacolari e utili, grandi e piccole, grazie alle sue avanzatissime ottica e risoluzione, e altra strumentazione avanzata con cui è stato equipaggiato dalle missioni di cui si diceva prima.

Così, oggi, invece di invecchiare malamente, è più potente di prima. Purtroppo però il suo tempo sta per terminare, come destino delle cose-della-vita, poiché è in arrivo un successore (beh, ci vorrà un po’, la sua entrata in scena è prevista per il 2018), il James Webb Space Telescope.
I due “superocchi” spaziali regaleranno ancora scatti fantastici dal cielo, insieme appassionatamente. E poi per Hubble (forse) arriverà la fine (magari gli scienziati capiranno che la sua rottamazione non è molto vantaggiosa).