Balene e ghiaccio per Conan Doyle

Il papà di Sherlock Holmes a caccia di balene

Balene per Conan Doyle - avventura nell'Artico

 Il gusto dell’avventura, quella selvaggia, verso luoghi lontani e inesplorati, regno di ghiaccio e balene, proprio come l’Artico. Esattamente il posto dove per sei mesi è andato Arthur Conan Doyle, il papà di Sherlock Holmes: il suo diario è ora pubblicato da Utet, si intitola “Avventura nell’Artico – Sei mesi a bordo della baleniera Hope” (22 euro, ebook, 7.99).

Un resoconto dettagliato, arricchito da oltre 70 disegni dello stesso autore, alcuni colorati e con didascalie, attorno a cui scorre il testo intriso di descrizioni di caccia violenta contro qualsiasi animale si muovesse sopra, sotto sulla banchina ghiacciata, tempeste, episodi tragici e anche divertenti. Conan Doyle finisce varie volte nell’acqua gelata ma sembra quasi prenderci gusto, un modo in fondo per entrare in pieno in questa sua nuova condizione…

Arrivata, diciamoci la verità, come tanti lettori avrebbero voluto per se stessi. Immaginate un freddo pomeriggio ad Edimburgo del 1880 e un ragazzotto di 21 anni immerso a studiare, racconta egli stesso “uno di quegli esami capaci di rovinare la vita a un laureando in medicina”. Magari avrà anche avuto voglia di chiudere il libro e di dire basta! Ed ecco che a ‘salvarlo’ da quella situazione di baratro, un collega studente che “mi fece completamente dimenticare l’oggetto dei miei studi”, dice ancora.

L’altro ragazzo gli chiede: “Ti interessa partire per una battuta di caccia alle balene la settimana prossima? Dovresti fare il medico di bordo: due sterline e dieci al mese e tre scellini per ogni tonnellata di olio di balena”. Solo un accenno di perplessità (che attrezzatura, come, dove…) e: “Fu un attimo. Sistemato tutto, in pochi minuti il flusso della mia vita veniva deviato verso un nuovo canale”.
E via, verso l’avventura! Il capitano di cui diventa amico lo apprezza per aver appreso bene e in fretta il duro mestiere del baleniere, gli chiede di rimanere ma lui rinuncia a quel “genere di vita pericolosamente affascinante”. Il libro, il risultato di due taccuini, incanta e ci regala un incredibile aspetto sconosciuto ai più dell’inventore del mitico Sherlock Holmes.