Un dato ancora più inquietante è legato al fatto che di molti di questi esseri ancora non si hanno informazioni a tutto tondo: stanno scomparendo e mancano notizie certe e complete sulla loro piccola vita. Le specie di insetti a rischio rappresentano una percentuale incredibile, oltre il 40%. E pensare che si tratta di animali tra i più abbondanti e vari tra gli esseri viventi: la loro presenza supera l’umanità di 17 volte! Un’enorme, preziosa, biodiversità.
I più colpiti sono lepidotteri, imenotteri, scarabei stercorari (coleotteri). Ma sono in serio pericolo alcuni insetti acquatici come odonati, plecotteri, trichotteri, epemerotteri. Il loro crollo rappresenta un danno incalcolabile al giusto equilibrio degli ecosistemi perché sono i grandi manovali che formano l’humus nei terreni e una dispensa determinante per tanti altri animali più grandi.
Perché sta succedendo questo? Purtroppo si tratta dei vecchi motivi: in prima posizione la perdita di habitat causa la conversione dei terreni all’agricoltura intensiva; seguono uso massiccio di inquinanti agrochimici, cambiamento climatico, invasione di specie aliene e invasive che stanno occupando le nicchie vacanti lasciate da quelle in declino.
Gli scienziati si lanciano anche in qualche consiglio per invertire la rotta e provare a rimediare al rischio, per limitare tutto ciò e salvare questi animali che compiano servizi vitali per la sopravvivenza di ogni abitante del pianeta: ripensare ad esempio le attuali pratiche agricole, riducendo i pesticidi e sostituendoli con pratiche più sostenibili ed ecologiche, usando sempre più spesso tecnologie mirate a sanare le acque inquinate in ambienti agricoli e urbani. (foto pixabay)