A Belluno, Le Stagioni di Buzzati

Belluno è una strana cittadina, bella, ci si vive bene, tranquilla, ma chi arriva in Veneto quasi non la considera, se non come meta di passaggio. Eppure c’è tanto da scoprire, di questo luogo che è la meta delle Dolomiti, il traguardo in realtà di chi passa da qua e che sicuramente la offuscano. Fino al 6 gennaio Belluno ospita una mostra, “Le stagioni di Buzzati”, un piccolo grande focus sulle opere del grande scrittore bellunese, nato a poco chilometri, a San Pellegrino. I pezzi esposti sono una cinquantina, tra cui più di dieci opere inedite dell’autore bellunese (disegni, pastelli, quadri), oltre a disegni e scritti, e a diversi suoi oggetti personali, che hanno accompagnato l’autore de “Il deserto dei Tartari” alla scoperta delle sue Dolomiti. Sarà un’occasione unica per volgere lo sguardo dal vivo verso le montagne che Buzzati raccontava, in compagnia dei suoi sci, degli scarponi, dei suoi attrezzi di lavoro e alcuni autografi privati e davvero poco conosciuti. E anche per curiosare a Belluno, tra i suoi palazzi dal mood veneziano e la sua sonnecchiosa aria di provincia che nasconde un’anima effervescente.

Belluno e Buzzati

Nell’esposizione ci sono anche l’ultima macchina da scrivere del giornalista e i disegni scritti a biro e con la scritta al contrario de I miracoli di Val Morel, realizzato un anno prima della morte: ogni capitolo è un racconto con cornice la cui ispirazione nasce dagli ex voto osservati in un santuario di montagna che esisteva solo nella sua fantasia… un immaginario fantastico e un po’ misterioso, tutto da scoprire (sì la parola d’ordine è proprio scoprire o ri-scoprire, Belluno, Buzzati, le sue creazioni, le sue montagne…). A Belluno, “Le Stagioni di Buzzati” fa parte degli eventi organizzati nell’ambito di OLV, ovvero Oltre le Vette, metafore uomini luoghi della montagna.

Il tutto si svolge all’interno del settecentesco Palazzo Fulcis, sede della collezione d’arte del Museo Civico di Belluno: 3mila metri quadrati di spazio espositivo distribuito su cinque piani e articolato in 24 stanze, tra stucchi e affreschi settecenteschi recuperati. Dotato di uno scalone storico che si prende dall’androne, presenta pure un grande salone con ballatoio affrescato nel 1776 da Costantino Cedini.