Ma cosa vuol dire essere uno dei vigneti storici che saranno protetti? Bisogna avere almeno 60 anni di vita. E i vigneti eroici? Quelli ancorati a terreni nelle piccole isole, dai 500 metri di altitudine in su, con pendenze superiori al 30%, sui terrazzamenti o sui gradoni. Rientrano nelle categorie anche i vigneti sopravvissuti grazie a sistemazioni idrauliche-agrarie storiche e particolari oppure quelli inseriti in zona dal pregio paesaggistico o nelle aree iscritte al Registro Nazionale Paesaggi Rurali, nonché quelle riconosciute dall’Unesco o individuate con leggi regionali.
Alle regioni spetta ora il compito di censire queste piante incredibili e disegnarne una mappa: a questo punto potrebbero/dovrebbero arrivare i fondi affinché tali vigneti eroici/storici rimangano in salute e in piena forma. A disposizione una parte di quei 337 milioni di euro conservati per il Programma nazionale di sostegno al settore vitivinicolo. E qualcosa di sostanzioso potrebbe forse arrivare addirittura dal Ministero dell’agricoltura. Il progetto anzi, i progetti, sono sicuramente appetibili da chi ha a cuore il territorio poiché l’obiettivo è di ripristinare i vigneti, quelli che hanno resistito anche all’attacco della terribile filossera, recuperarli utilizzando vitigni autoctoni e provvedere alla loro manutenzione, e si potrebbe, perché no, portare anche lavoro, farlo ritornare e proliferare (un po’) in quei luoghi belli e impossibili. I vitigni dei vigneti storici/eroici danno pochi grappoli, quindi il vino prodotto è molto limitato, ma il suo spirito è unico e bisogna far di tutto per salvarlo dall’oblio.
Nella suggestiva foto tratta da www.cucineditalia.com, vitigni nelle Cinque Terre, Liguria.