Si aprono le dimore storiche del Lazio domani 21 ottobre

21 ottobre: aprono le dimore storiche del Lazio

Dimore storiche Lazio
Un particolare della Sale delle Oche nel Palazzo di Bonifacio VIII, Anagni, cioè Casa Madre della Congregazione delle suore cistercensi della carità

Dimore storiche del Lazio, grandi bellezze di solito chiuse si aprono a tutti: il 21 ottobre se ne possono visitare gratis 72 delle 109 in totale. Un patrimonio storico-artistico-culturale che incanta senza se e senza ma.

Sono luoghi pubblici e privati, di straordinaria bellezza, non solo arte, architettura, storia, ma un mix di giardini in paesaggi  fantastici.

La giornata è il primo evento ideato dalla Regione Lazio con il supporto di Lazio Innova e la collaborazione di I.R.Vi.T, Istituto Regionale Ville Tuscolane, Associazione Dimore storiche italiane, Associazione Parchi e Giardini d’Italia. Lo scopo è quello di far conoscere la “Rete delle Dimore Storiche”, che si è costituita nel 2017 applicando la legge regionale numero 8 del 2016, nata con l’intento di valorizzare ville, parchi, giardini, complessi architettonici di cui il Lazio è splendidamente punteggiato. Di mezzo c’è anche il recupero possibile grazie al credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, il cosiddetto “Art Bonus”.

La Regione Lazio è per fortuna in primo piano nel volere tutto questo e gli esperti si rendono conto (e vogliono trasferire questa importante informazione) che in questa regione non ci sono solo Roma e le sue meraviglie (tra l’altro anche nella capitale ci sono dimore sconosciute ai più che saranno visitabili) ma tutta una serie di monumenti, non “umani” ma anche “vegetali” che sarebbe veramente un peccato non scoprire, appropriandosi delle loro storie.

Già, perché valorizzare le dimore storiche significa anche dare giustizia al paesaggio e alla cultura di cui sono parte integrante. E all’orizzonte, non poi così lontano, si disegna un nuovo modello di sviluppo in cui un turismo desideroso di entrare a far parte di questo patrimonio cultural-artistico-storico, svelandolo e rivalutandolo. Dunque un volano economico non di poco conto.

In questa occasione è possibile visitare per la prima volta: Palazzo Visocchi di Atina, Frosinone, decorazioni e arredi neoclassici tra cui un raro esemplare di carta da parati prodotta a fine ottocento con il sistema della macchina continua dalle Cartiere Lefevre di Isola del Liri; il Bastione La Favorita a Gaeta, Latina, con vista sul mare, risalente ai tempi della dominazione spagnola; il Palazzo Latini di Collalto Sabino, Rieti, dal mood medievale.
C’è anche la Torre di Chia di Soriano del Cimino, Viterbo, resti di un castello, una cinta muraria, due torri di cui una alta 42 metri, un posto che ammaliò anche Pier Paolo Pasolini negli anni sessanta, durante le riprese del film “Il Vangelo secondo Matteo” e a cui dedicò gli ultimi versi del “Poeta delle Ceneri”.

Per info: www.dimorestorichelazio.it.