La legge difende le api

Api: la legge prova a salvarle

 

api la legge prova a salvarle

Api da salvare anche a colpi di carta bollata e inseguendo la legge, per cercare di dare una mano a questi insetti per i quali il grido di allarme è sempre più acuto e forte.

Arrivata il 9 ottobre la sentenza per il processo relativo a inquinamento ambientale a carico di 21 agricoltori friulani. L’accusa: aver utilizzato trattamenti insetticidi e antiparassitari dannosi che, nel 2016, avevano provocato una grave moria di api.

I responsabili non finiranno in galera, hanno patteggiato  a 7 mesi e 16 giorni di reclusione (pena sospesa), con multe pari a 3.800 euro a testa, per un totale di poco meno di 80 mila euro. Gli agricoltori hanno anche versato 31.500 euro a favore del Consorzio apicoltori, per favorire il ripopolamento delle arnie compromesse.

La storia fa parte di un’inchiesta avviata dalla pm di Udine Viviana Del Tedesco, partita dai dati ben precisi registrati da marzo a giugno 2016, quando la produzione di miele nelle arnie poste a ridosso dei campi di mais trattati con inquinanti non conformi alle norme di sicurezza (e sequestrati) si è drasticamente ridotta.

I campi sono stati riconsegnati ai proprietari cui sono stati restituiti pure attrezzi e sementi non contaminate, per le altre è stata disposta la distruzione.
Non si è voluto creare una frattura tra agricoltori e apicoltori ma certo la sentenza fa riflettere su come tutti dovrebbero essere meno superficiali nel trattare il territorio, bene comune.
Inquinare le api non era voluto ma l’uso disinvolto di pesticidi ne ha provocato moria e mancata produzione di un prodotto di eccellenza.
In Italia, secondo la Coldiretti, sono più di 1,1 milioni gli alveari curati da 45 mila apicoltori: si stima che, rispetto al 2017 produzione del miele subisca un crollo del 20 per cento, per via dei cambiamenti climatici ma anche per l’uso di pesticidi in modo indiscriminato, peraltro banditi per la loro pericolosità dalle norme nazionali e comunitarie. Foto by Pixabay.