Il festival del verde e del paesaggio

Il verde dà spettacolo, all’Auditorium di Roma

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Già il luogo è bello di suo, il parco pensile dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, ma con il Festival del verde e del paesaggio, l’effetto è davvero super.

Un insieme di colorate e profumate proposte per rendere ancora più unico il nostro verde, dentro e fuori: vivaisti, giardinieri, progettisti, garden designer e artigiani tutti insieme per soddisfare le esigenze di un popolo di appassionati, quello del green, che ha sempre più successo. La manifestazione, giunta alla sua sesta edizione e che terminerà domenica 15 maggio, va assaporata con calma, zigzagando tra atmosfere romantiche e contemporanee. Come il giardino di roselline (anzi, ‘ruselle’, alla napoletana), erbe alte e alberi da frutto, che accoglie all’inizio. Oppure  gli hula hoop che diventano divertenti contenitori di aiuole curiose. E che dire del ‘secret garden’ ispirato ad Alice nel paese delle meraviglie, che si vede solo sbirciando da aperture nei muri color lavanda? Incantevoli!

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Poi c’è Eureka, il giardino creato con bordure di bottiglie di plastica, in cui si racconta come le piante siano alla base di tante idee della vita di tutti i giorni. Il fico d’India: lo sapevate che una sua foglia morta con tutto il suo intricato reticolo fibroso interno ha suggerito l’invenzione del cemento armato?  O la pervinca certe modalità per spazzolare i vestiti?

Tra i tanti progetti creativi, ecco la zona ‘balconi per Roma’, dove giovani mente creative propongono i loro piccoli giardini da città, quelli appunto a formato di balcone, in cui lo spazio si sa è sempre risicato ma non per questo va sacrificata la voglia di verde. Così, ecco il balcone con le casette delle coccinelle (Balcon Sharing), quello tutto dedicato al caffè con le caffettiere e le tazze insolite porta piante (3 Coffee Tree) o il TetraPark, dove i famosi contenitori si trasformano in candidi vasi.

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Per l’arredo outdoor, sempre al top i toni vivaci e gli accessori coloratissimi, ma questo è il periodo del romantic-country-shabbychic: via libera ai mobili mangiucchiati dal tempo, alle nuance delicatissime per tutto, alla fascinosa armonia tra piante, fiori e pezzi d’antan.

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Un occhio, tra le tante iniziative, alla mostra itinerante Amori Botanici, che vuole sottolineare il ruolo essenziale di orti botanici e giardini storici per lo studio, la salvaguardia e la divulgazione di conoscenze sulla flora d’Italia, realizzata nell’ambito del progetto Florintesa, coordinato da ENEA e svolto in collaborazione con Forum Plinianum e la Società Botanica Italiana. Parole e immagini evocative accompagnano alla scoperta del mondo vegetale, fonte inesauribile di artisti di ogni campo, come la poetessa Alda Merini. Ecco qualche suo verso.

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“Tu non sai: ci sono betulle/ che di notte levano le loro radici, / e tu non crederesti mai /che di notte gli alberi / camminano o diventano sogni./ Pensa che in un albero/ c’è un violino d’amore./ Pensa che un albero/ canta e ride./ Pensa che un albero sta/ in un crepaccio/ e poi diventa vita…”