Unwashed, la nuova tendenza

Lavarsi poco o per niente: è unwashed mania

Unwashed maniaUnwashed, ovvero non lavato ma anche lavato poco, pochissimo, solo l’essenziale. Si tratta di una nuova tendenza che sta avendo sempre più seguaci.

I primi sono stati gli statunitensi, in Europa, i francesi, per approdare anche tra i nostri connazionali. In realtà, di lavarsi poco già ne parlava qualche anno fa Fulco Pratesi, decano degli ambientalisti italiani e presidente onorario del WWF Italia. Giù critiche da tutti, soprattutto dai super-puliti. Non una moda, la sua, però, bensì una precisa scelta per cercare di danneggiare il meno possibile l’ambiente. Tra i suoi consigli, non tirare lo sciacquone ogni volta che si fa pipì o fare la doccia in due ma, meglio, non farsela proprio, visto che per tale operazione si consumano in media 50 litri di acqua. Meglio il bagno nella vasca, ma solo una volta a settimana e, in inverno, anche dopo 10 giorni.

Chi storce la bocca (e lo faceva allora) non considera che nel nostro paese si consumano qualcosa come 240 litri di acqua al giorno a testa (secondo l’Istat). I sostenitori anche odierni di quello che sta diventando un vero movimento, appunto il non lavarsi, consigliano inoltre di lavarsi a pezzi, privilegiando le parti intime (quella è igiene allo stato puro), di chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti, di farsi uno shampoo ogni 10 giorni. Insomma lavarsi meno spesso non fa sprecare l’acqua e dunque aiuta l’ambiente.

Lavarsi per forza ogni giorno non è un obbligo, sottolineano gli unwashed anzi, c’è chi si chiede perché tale “regola” ci ingabbi in pratiche considerate addirittura contro la nostra natura di animali.
Poi: pur decidendo di limitare al massimo il lavaggio del nostro corpo e solo in caso di estrema necessità, bando ai saponi e utilizzare prodotti veramente ecologici che non mettono a rischio né il nostro habitat né la nostra pelle che, lavata spesso, potrebbe vedere alterato il suo equilibrio.