Esattamente, questo albero è un leccio, un tipo di quercia che, dicono gli esperti, ha un’incredibile resistenza a condizioni avverse, come la siccità. Forse anche agli uomini, alla presenza degli uomini.
Lo abbiamo visto a Villa Borghese, Roma, proprio davanti all’elegante museo.
Non è rimasto “nulla”, diceva qualcuno: ma è nulla questa corteccia così “usurata”, per usare un termine improprio, che si avvicina più alle cose umane che non a quelle botaniche? Praticamente è del tutto sparita la parte interna, rimane solo questa strana struttura con curiosi grafismi e un interno in cui invece sembra crescere un tronco a se stante. Anzi, un paio di tronchi, che quasi si “arrotolano” attorno alla corteccia più acciaccata.
A un certo punto, basta ruotargli intorno per scoprire quasi una miniforesta all’interno di quel che resta: una meraviglia che chissà cosa vuole raccontare. Lo ascoltiamo?
L’albero non è morto, pur così malconcio ha ancora qualche fogliolina verde a indicarci che la vita prosegue, nonostante tutto.
