Rifiuti del mare come abbigliamento

Il filato che deriva dai rifiuti del mare

ecoalf

Obiettivo: ripulire il mare dai rifiuti di plastica che si impigliano nelle reti dei pescherecci e realizzare un filato con cui creare giacche, pantaloni, zaini, borse.

Il progetto sostenibile dell’azienda Ecoalf sta avendo parecchio successo, tanto è vero che il brand ideato dall’imprenditore spagnolo Javier Goyeneche, ha determinato un fatturato per il 2015 di oltre 3 milioni di euro che, secondo le previsioni, sarà il doppio per l’anno in corso.

Ma come è possibile trasformare la spazzatura in un materiale in grado di ‘costruire’ capi di abbigliamento anche belli da indossare? Il primo tassello di questa catena ecocompatibile è rappresentato dai pescherecci, 165 imbarcazioni della zona orientale della Spagna: nelle loro reti, oltre al pescato, ci finisce un sacco di plastica, lattine, vetro e altro, che stanno rendendo il Mediterraneo una gigantesca pattumiera. In genere ogni barca recupera circa 4-5 chili di rifiuti che vengono posizionati in appositi contenitori collocati in ogni porto e raccolti ogni settimana per poi essere convogliati in impianti attrezzati per la selezione del materiale.

Alla Ecoalf interessano le bottiglie di plastica pet, mentre il resto è veicolato in altri centri di smistamento. La plastica viene ridotta in fiocchi e palline attraverso mirati processi tecnici che provvedono anche a eliminare qualsiasi residuo in essa presente. Quindi avviene la trasformazione in filati. Da ricordare che oltre la plastica delle bottiglie, si riciclano in tal modo pure le reti da pesca usate.

ecoalf

La collezione di abbigliamento è uomo-donna con prezzi non esorbitanti. Le scarpe sono a partire da 79 euro, gli zaini da 99, giacche dai 150 in su.
E si stanno preparando pure filati diversi con fondi di caffè, lana e cotone post industriali. I prodotti si possono comprare sul sito: http://ecoalf.com.