Numeri per pensare

La “pascalina”, attribuita a Blaise Pascal, 1642, la prima calcolatrice (Collections du Muséum Henrei-Lecoq, Ville de Clermont Ferrand, Francia)
La “pascalina”, attribuita a Blaise Pascal, 1642, la prima calcolatrice (Collections du Muséum Henrei-Lecoq, Ville de Clermont Ferrand, Francia)

Numeri, lettere, enigmi (e no)

 

Amuleto di legno con simboli numerici del Kazakhistan, XIX-XX secolo (Musée du quai Branly, Parigi)
Amuleto di legno con simboli numerici del Kazakhistan, XIX-XX secolo
(Musée du quai Branly, Parigi)

Matematici si nasce o si diventa? Poi ci sono i “savant”, come Jacques (Giacomo) Inaudi, celebrità nella Francia di fine Ottocento: portava in giro uno spettacolo in cui mostrava le sue formidabili capacità numeriche e di calcolo
Matematici si nasce o si diventa? Poi ci sono i “savant”, come Jacques
(Giacomo) Inaudi, celebrità nella Francia di fine Ottocento: portava in giro uno spettacolo in cui mostrava le sue formidabili capacità numeriche e di calcolo

Chi tra noi non ha grosso feeling con la matematica, forse non si rende conto di quante “lettere” siano legate ai numeri e ai conseguenti calcoli: π, e, i, tanto per citarne alcune.

Come sicuramente ricorderemo, π (pi greco) è il rapporto costante tra la lunghezza di una qualsiasi circonferenza e il suo diametro. Per quanto riguarda “e”, forse meno conosciuta (tra i non esperti) della precedente, si tratta di una costante, di grande importanza sia teorica sia applicativa: semplifica i calcoli ed è indispensabile per introdurre diversi concetti matematici. La “i” indica l’unità immaginaria, cioè quel numero che elevato al quadrato dà come risultato l’unità negativa –1. Questo apparente artificio intellettuale è entrato nella pratica matematica con difficoltà ma si è rivelato uno strumento di lavoro insostituibile, con importanti ricadute pratiche.

Per “rispolverare” tutto ciò, o conoscerlo del tutto, può servire una visita alla mostra allestita presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma (domenica-giovedì, ore 10-22; sabato e domenica, 10-22,30, chiuso lunedì; fino al 31 maggio): si chiama “Numeri-Tutto quello che conta da zero a infinito”.
Gironzolando qua e là, si viene anche a sapere come contare non sia uguale da tutte le parti del mondo: in Giappone, ad esempio, bisogna specificare quali sono gli oggetti da conteggiare, perché la procedura cambia. Ma è così in tanti posti.
E che fascino, quello dei numeri irrazionali: √2 e Φ, ovvero la radice di 2 e il numero aureo Φ, che sono così, irrazionali, appunto, poiché non si possono scrivere in nessun modo sotto forma di frazione (rapporto tra due numeri interi). Ciò ha avuto profonde ripercussioni, soprattutto sull’idea di misura. E ancora: lo stretto rapporto tra numeri e musica, conteggi e note; l’evoluzione di tanti strumenti di calcolo, a partire da rametti incisi con tanti segnetti… e quando lo zero non c’era? Insomma, tante scoperte da fare e curiosità tra cui gironzolare.
I visitatori sono accolti da una bella frase del fisico Albert Einstein: “Non preoccuparti delle tue difficoltà in matematica; posso assicurarti che le mie sono ancora maggiori”.