Nel cuore di LISA

LISA Pathfinder: pronti a capire le onde gravitazionali

LISA

Positivi i primi risultati della missione LISA Pathfinder (sonda lanciata in orbita il 3 dicembre 2015), il progetto dell’ESA (European Space Agency) sullo studio delle onde gravitazionali (quelle supposte da Albert Einstein e confermate solo recentemente), con l’obiettivo di realizzare un osservatorio spaziale ad hoc.

E una delle componenti fondamentali è rappresentata dalle masse di prova a bordo di LISA (ovvero Laser Interferometer Space Antenna) Pathfinder: grazie a una serie di test su di esse hanno permesso di studiare in dettaglio la caduta libera dei gravi nello spazio, e ciò significa capire meglio i meccanismi che regolano la vita dell’Universo.

Il cuore dell’esperimento è dunque centrato su un paio di cubi di 2 chili, formati da una lega purissima di oro e platino: essi si muovono anzi, più precisamente, fluttuano nello spazio quasi completamente liberi da forze esterne ad eccezione della gravità. In pratica, quasi immobili. Proprio monitorare il comportamento di cubi fluttuanti che dovrebbero essere alla base del funzionamento di un osservatorio spaziale, lo renderebbero (lo renderanno) in grado di rilevare e rivelare quei segnali gravitazionali, dovuti alla collisione di buchi neri supermassivi o prodotti da altri eventi violenti e di alta energia, impossibili da  studiare dalla  Terra.

Secondo gli scienziati, l’osservatorio per le onde gravitazionali, eLISA, sarà la casa di tre masse di prova simili a quelle studiate da LISA, ma tenute a 1 milione di chilometri l’una dall’altra e connesse da un raggio laser, in grado di misurarne la distanza relativa. Il triangolo costituito dalle tre masse si muoverà lungo un’orbita attorno al Sole, viaggiando a 50 milioni di chilometri dalla Terra.
La missione LISA è stata realizzata dall’ESA con il fondamentale contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’Università di Trento.