I Macchiaioli. Le collezioni svelate

Le collezioni che svelano i Macchiaioli

I Macchiaioli Le collezioni svelate I MAcchiaioli Le collezioni svelate

 Il gusto di collezionare, seguendo un’intuizione o semplicemente il desiderio di circondarsi di certe cose belle, anche senza una precisa utilità. Se poi queste ‘cose belle’ sono quadri legati alla corrente artistica dei Macchiaioli, il piacere aumenta, per chi, soprattutto, non collezionista, riesce a vedere in un solo colpo i dipinti ospitati in antiche collezioni.

Questo è quanto succede nella mostra “I Macchiaioli. Le collezioni svelate”, da ammirare fino al prossimo 4 settembre presso il Chiostro del Bramante di Roma (ore 10-21, tutti i giorni, sabato e domenica fino alle 21).

Dunque, in esposizione oltre 110 opere appartenenti a grandi collezioni del passato – come quella di Cristiano Banti, Diego Martelli, Rinaldo Carnielo, Edoardo Bruno, Gustavo Sforni, Mario Galli, Enrico Checcucci, Camillo Giussani, Mario Borgiotti – e che rappresentano un nucleo inedito del più importante movimento pittorico italiano del XIX secolo. Un’occasione per gustare certi lavori ma anche per conoscere meglio i collezionisti stessi, accomunati dalla passione per la pittura, imprenditori e uomini d’affari innamorati della bellezza, senza i quali oggi non avremmo potuto ammirare questi capolavori.

Talvolta donate dagli autori stessi e più spesso acquistate per sostenere gli amici pittori in difficili momenti, queste opere – in grado di assecondare il piacere estetico e arricchire le più grandi quadrerie – sono diventate capolavori ricercati anche dai grandi intenditori d’arte dei nostri giorni.

Tra i tanti dipinti, da ricordare due in particolare. Si tratta di “Ponte Vecchio a Firenze” di Telemaco Signorini, del 1879: fu fortunosamente recuperato da Borgiotti sul mercato inglese ed è un capolavoro non più visto da decenni. In una affollata strada, si sfiorano senza toccarsi assolutamente diversi personaggi. Ma sono in particolare due bambine a colpire: una, vestita elegantemente di tutto punto, una signorinella alla moda; l’altra a piedi nudi, andamento un po’ dismesso, non certo lì per fare compere…
C’è poi, datato 1895, il giubbetto rosso, di Federico Zandomeneghi che tratteggia il momento in cui una giovane donna indossa l’indumento, preparandosi per uscire. Una meraviglia il cappellino che è uno splendore di fiori, ma anche la carta da parati molto floreale contribuisce a creare un’atmosfera domestica serena e romanticamente bellissima.