Ma i Romani conoscevano l’America?

Romani (antichi) in America

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Sì, proprio loro, gli “antichi” Romani: forse l’America, quella scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492, l’avrebbero conosciuta già molto prima.

Lo confermerebbero certe testimonianze storiche e una considerazione: la Roma imperiale aveva le conoscenze scientifiche, astronomiche, nautiche e geografiche necessarie per attraversare l’oceano Atlantico e giungere nel Nuovo Mondo.

Lo sostiene Elio Cadelo che ha scritto “Quando i Romani andavano in America” (Palombi Editori, 15 euro), parlando dei testi latini che narrano di nuove terre ad ovest mentre numerosi manufatti esposti nei musei italiani ed europei provano che tra le due sponde dell’Atlantico ci furono scambi. Lo scrittore insegue da un po’ questa ipotesi, sicuramente per via di tali testimonianze ma anche da quando, gironzolando nel Musée d’Art et d’Histoire di Ginevra, nel settore bizantino incappa in una statua di un ragazzetto (risalente tra il III e il IV secolo): ha in mano qualcosa che sembra proprio un ananas e non certo un grappolo d’uva come sostiene la didascalia apposta vicino.

E figure ascrivibili al frutto tropicale compaiono anche in altre opere dell’età imperiale. Così, Cadelo si appassiona all’idea di “Romani americani”. Del resto, nel Nuovo Mondo, prima di Colombo, si sa che arrivarono Polinesiani, Indiani, Cinesi, Fenici, Cartaginesi… Perché non loro? I Romani, si racconta nella pubblicazione, ad est commerciavano con l’India, la Cina, il Vietnam, l’Indonesia e le loro esplorazioni li condussero fino alle isole del Pacifico e oltre. A nord raggiunsero le Orcadi, l’Islanda, la Groenlandia e forse, lungo quella rotta, giunsero oltre. In Africa la presenza di Roma è ampiamente documentata.
II resoconto di questi viaggi è negli scritti di Plinio, Tolomeo, Erodoto, Seneca, Diodoro Siculo, Plutarco, Tacito, Virgilio e molti altri autori latini e greci. I marinai romani avevano capacità tecniche e scientifiche tali da permettere di calcolare la latitudine e la longitudine ed avevano conoscenze geografiche di gran lunga superiori a quelle dei marinai del Medio-Evo. Quindi… perché no?