Aumenta la presenza del lupo in Italia ma…

Le sue impronte, in proporzione al peso, sono più larghe rispetto a quelle di un cane, un’astuzia evolutiva che gli permette di non affondare sulla neve, ad esempio. Insomma, il lupo se ne gironzola con la neve e non.

Del resto, dicono gli esperti, i suoi numeri stanno aumentando: negli anni settanta, nel nostro paese, ce n’erano solo un centinaio. Oggi, invece, sembra ce ne siano qualcosa come 1500, c’è chi li ha visti persino nella pineta costiera di certi luoghi marinari, come Fregene, vicino Roma.

Insomma, il lupo si riaffaccia nei nostri boschi: anzi, l’Italia sembra sia il paese europeo in cui maggiore è la loro presenza. Questo perché, non solo questo animale, per legge, non è più considerato nocivo e quindi è vietato ucciderlo (beh, l’avevamo quasi fatto estinguere!), ma anche, incredibilmente, per via dell’incremento dei boschi, a causa di abbandoni dei terreni agricoli (non certo perché non si costruisce più!), di cui vegetali grandi e piccoli si sono riappropriati.

Secondo l’inventario nazionale delle foreste (organismo di monitoraggio del Corpo forestale dello Stato), gli alberi occupano aree pari a 11 milioni di ettari, il 40% in più rispetto al dopoguerra, con un calo deciso di zone dedicate alla pastorizia, all’allevamento e all’agricoltura.

Ma c’è un però: certi esseri umani non ci stanno, a lasciare il lupo in pace, così passano all’azione e ne uccidono centinaia ogni anno (persino nei parchi protetti), nonostante il cugino del cane sia un tassello essenziale per la vita nelle foreste. Così, il Wwf Italia ha lanciato una proposta di legge, sostenuta da una petizione che, a fine 2014, ha raggiunto 80mila firma. Obiettivo: introdurre il reato di “crimini di natura” ovvero considerando un vero e proprio delitto l’uccisione di specie selvatiche protette. Per saperne di più: criminidinatura.wwf.it. Dunque, basta “crepi il lupo”, ma “viva” il lupo!