La Cina (finalmente) dice no a cani e gatti da mangiare

Cina dice no a cani e gatti come ciboLa notizia è forse passata inosservata (certo, ce ne sono talmente tante e di maggiore peso), ma è piuttosto importante: in Cina non si potranno più mangiare cani e gatti, un orrore da cucina tradizionale che finalmente si sta indirizzando verso il divieto (burocrazia permettendo). Infatti, il ministero dell’Agricoltura e degli Affari rurali dello Stato asiatico ha annunciato, lo scorso 8 aprile, una legge che li toglie dalla “lista del bestiame”, ovvero di quegli animali che non potranno essere macellati e consumati. Anche se c’è da dire che non erano mai stati inseriti nel “catalogo ministeriale degli animali da carne”. In ogni caso, il ministero dice a chiare lettere che per “bestiame” si intendono quegli animali che, appunto, stono stati addomesticati e fatti riprodurre per lungo tempo, nonché  per ottenere prodotti tipo carne, uova e pelliccia oppure per fini medicinali e militari (cosa vorrà dire esattamente?). Si tratta sicuramente di una svolta, mai successo prima un tale intervento in Cina, tuttavia siamo ancora a una fase di “consultazione aperta” al pubblico invitato a suggerire consigli e migliorie varie per la legge stessa. Non sarà facile però scardinare antiche abitudini alimentari (con tutto il business dietro) anche se in Cina gli animali da compagnia stanno guadagnando molto peso nella società, con un giro di affari annuo stimato tra i 20 e i 30 miliardi di dollari. Questo in Cina rientra pure in una visione più attenta alla protezione della natura a tutto tondo, attenzionandosi anche davanti ad altri animali tipo quei famosi pipistrelli che sarebbero portatori del Covid 19, virus che però per svilupparsi avrebbe avuto bisogno di un animale “portatore” come potrebbero essere stati cani e gatti, usualmente presenti nei mercati come quello di Wuhan, “base” della pandemia. Rispetto alle sorti dei pipistrelli, dei cani, dei gatti, potrebbe essere davvero una svolta in Cina, in che significa occhio alla natura, devastata dall’essere uomo (ovviamente non solo nel paese asiatico). Un quesito, però. Con l’avvicinarsi del solstizio di giugno, ma forse il coronavirus non permetterà di organizzarlo, c’è il Festival della carne di cane, a Yulin, nella regione del Guangxi. Il messaggio del  ministero sarà recepito dalla gente? (immagine da People’s Daily, China @PDChina)